(Teleborsa) -
In Italia il 99% delle oltre 4,5 milioni di imprese è costituito da piccole e medie imprese, ma solo il 51% include la formazione nei propri piani strategici e il 37% non la prevede affatto. È la fotografia di un sistema imprenditoriale che rischia di perdere terreno in un contesto dominato da transizione green, digitalizzazione e intelligenza artificiale.
Secondo le analisi condotte in occasione del PMI DAY 2025 da
24Ore Business School, digital business school del Gruppo Digit’ED (Nextalia), la cultura manageriale resta uno dei principali punti deboli del tessuto produttivo italiano: solo due imprenditori su dieci possiedono una laurea (fonte Istat). La mancanza di investimenti strutturali in competenze si traduce in minore produttività e capacità di innovazione.
“La sostenibilità, la digitalizzazione e il passaggio generazionale sono le tre grandi sfide del nostro tempo, e tutte passano dalle persone,” spiega
Fabio Papa, economista e direttore dell’Istituto I-AER nonchè coordinatore scientifico MBA Part Time di 24ORE Business School
. “Le PMI che investono in formazione vedono risultati tangibili: processi più snelli, decisioni più efficaci e performance migliori. È formazione che genera valore reale.”Dalle analisi emerge che le imprese cercano soprattutto competenze pratiche e immediatamente applicabili: soft skill (leadership, comunicazione, gestione dello stress), competenze commerciali e sales, project management e conoscenze economico-gestionali di base. Cresce anche la domanda di profili in grado di guidare il cambiamento organizzativo come Project Manager, Sales Manager, Marketing Specialist, HR Manager e Responsabili AFC.
Le aree strategiche su cui le PMI stanno concentrando gli investimenti includono sostenibilità e transizione green, digital transformation e Big Data, intelligenza artificiale e innovazione, oltre a nuovi modelli organizzativi e HR management. Tutti ambiti che riflettono le principali direttrici di trasformazione globale e le sfide del Made in Italy.