(Teleborsa) - Nel
2024 sono state
chiuse (eliminate dai bilanci) dalle banche italiane
posizioni a sofferenza per circa 6 miliardi di euro. Il dato, pari a circa 1,4 volte il valore dei nuovi ingressi, è inferiore al 2023 in termini sia assoluti (9 miliardi), sia di incidenza percentuale sulle sofferenze in essere alla fine dell'anno precedente (37% contro il 44%). Lo rende noto la Banca d'Italia in una Nota di Stabilità finanziaria e vigilanza.
La riduzione rispetto al 2023 è stata determinata principalmente dalle
minori cessioni (passate da 5 a 3 miliardi) ed è riconducibile al
progressivo ridimensionamento delle consistenze, che ha ridotto le esigenze di cessioni massive, viene spiegato. Le strategie di gestione dei crediti deteriorati sono ora basate su un contributo più equilibrato delle diverse leve gestionali: l'ammontare delle posizioni chiuse internamente è risultato equivalente a quello delle cessioni sul mercato (3 miliardi).
I dati aggiornati sui tempi di smaltimento delle sofferenze
confermano i progressi conseguiti negli ultimi anni, attribuibili sia alla riduzione delle consistenze che ai miglioramenti degli intermediari nella gestione di questi crediti: la quota delle posizioni chiuse entro tre anni dalla classificazione a sofferenza è pari all'87% (88% nel 2023).
Le
cessioni di inadempienze probabili si sono mantenute
stabili, pari a circa 4 miliardi.
Rispetto al 2023 il
tasso di recupero medio è
aumentato di cinque punti percentuali, al 41%, di cui tre riconducibili alle chiusure di posizioni assistite da garanzie pubbliche e caratterizzate da tassi di recupero particolarmente elevati. Alla crescita hanno contribuito sia i recuperi sulle posizioni chiuse in via ordinaria (dal 45% al 47%), sia quelli sulle posizioni cedute (dal 30% al 36%), la cui incidenza sul totale delle posizioni chiuse è scesa dal 60% al 50%.
Il tasso medio di recupero delle
sofferenze assistite da garanzie reali è aumentato di tre punti percentuali, al 44%, sostenuto dall'incremento osservato sulle posizioni cedute a terzi (da 35% a 41%). Per le posizioni non assistite da garanzie reali, il tasso di recupero è aumentato di circa nove punti percentuali (da 28% al 37%), di cui sei attribuibili alle chiusure di posizioni assistite da garanzia pubblica.
Il
prezzo delle sofferenze cedute nel 2024 è stato pari in media al
24% dell'esposizione lorda di bilancio al momento della cessione, in aumento di due punti percentuali rispetto al 2023. Il prezzo è rimasto stabile per le posizioni assistite da garanzie reali (34%), mentre è cresciuto sensibilmente per le altre (da 13% a 18%), che hanno beneficiato del maggior prezzo riconosciuto sulle posizioni con garanzia pubblica.
Il prezzo di cessione dei
crediti deteriorati diversi dalle sofferenze è stato in media pari al 51%, superiore di circa 5 punti percentuali a quello del 2023; l'incremento ha interessato sia la componente assistita da garanzia reale, sia quella non assistita da garanzia reale.