Ottavo piccolo indiano sbarcato sull'isola della paura è la recessione nel manifatturiero, prodromica di una recessione globale. Effettivamente, nel quarto trimestre c'è stato segno negativo nella produzione industriale di molti paesi e un marcato rallentamento in altri. Il taglio degli investimenti in attrezzature per il settore dell'energia e delle miniere ne è stato la causa principale, ma c'è stato anche uno smaltimento di scorte e si è vista qua e là una domanda debole anche in alcuni comparti dell'elettronica e dell'abbigliamento. Su questo si è poi lavorato molto di fantasia e ci si è dilettati per qualche settimana a calcolare le probabilità di una recessione globale. Per avere il senso delle proporzioni, si ricordi però che la contrazione del manifatturiero è stata nel quarto trimestre dell'uno per cento. Nel 2008-2009 era stata a un certo punto del 35 per cento.
Il bel
dato americano relativo a gennaio mostra però un recupero del manifatturiero dello 0.9 per cento. Più in generale, il
Pil americano del primo trimestre sta viaggiando a una velocità annualizzata del 2 per cento contro lo 0.7 del quarto.
Nono piccolo indiano è stato nell'ultima settimana lo
spauracchio di tassi negativi anche in America. Nella sua psicosi il mercato ha voluto leggere la
discussione tra il Congresso e la Yellen sulla
possibilità legale di tassi negativi e sull'eventuale necessità di una modifica nella legislazione come il segno inequivocabile del fervore con cui si si sta preparando a un'imminente e inevitabile recessione anche in America.
In realtà la
Fed sta continuando a pensare a un
ciclo di rialzi dei tassi. I tassi negativi sono allo studio per la prossima recessione così come la Nasa ha pronti i piani per rispondere a un'invasione aliena della Terra. Né la recessione né l'invasione sono però dati per imminenti.
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