In effetti, non è stata necessaria alcuna rivoluzione.
I tassi di interesse sono costantemente diminuiti nel corso degli ultimi 30 anni. Tuttavia, l'ultima (ultima?) fase di questo declino è stata in gran parte dovuta a un intervento senza precedenti da parte delle banche centrali più importanti del mondo, sotto forma di
tassi di interesse estremamente bassi e successivi
cicli di quantitative easing, in cui sono state acquistate migliaia di miliardi in titoli statali. Di conseguenza, il capitale è stato screditato davvero. A questo punto, anche dopo la prima botta di rialzo dei tassi degli ultimi mesi del 2016, ci sono ancora un mare di obbligazioni europee che hanno rendimenti negativi o ridicoli, specie in relazione a duration e rischio di credito. Personalmente, metto anche tutta la parte lunga e lunghissima dei governativi italiani in questo mare. Se fosse vivo oggi, Keynes senza dubbio applaudirebbe tutto questo e darebbe il cinque ai suoi seguaci della banca centrale. Ma l'investitore? Cosa è logico che faccia? Cosa può fare?
Ciò che rende poco vale poco, ciò che non rende niente non vale niente: e se vale poco o niente bisogna venderlo perché scenda di prezzo e ritrovi un equilibrio di valore.
Il reddito di un asset finanziario è un dato certo: in un determinato momento, che chiamiamo t(0), il reddito è ciò che viene pagato dal sottostante sotto forma di cedola o, nel caso delle azioni, dagli utili (che vengono parzialmente distribuiti sotto forma di dividendo).
Oggi nei mercati finanziari, in termini di reddito, ci troviamo esattamente all'opposto rispetto al 2008. Nel dicembre del 2008, il P/E sullo S&P 500 era 8, con utili netti del 12,5%, il reddito dei titoli di Stato a 10 anni era del 5%, il reddito delle obbligazioni Corporate Investment Grade era del 8,5%, il reddito delle obbligazioni High Yield era del 23%, delle obbligazioni Emerging Market Bond era del 16%. Le differenze di reddito tra le attività finanziarie USA e EUROPA erano minime.
Oggi, marzo 2017, il P/E sullo S&P 500 (dato Bloomberg) è 21,96, con utili netti del 4,55%, il reddito dei titoli di Stato a 10 anni è del 2,48% sui titoli di stato USA e dello 0,31% sui Titoli di Stato a 10 anni della Germania, il reddito delle obbligazioni Corporate Investment Grade Europa è del 0,96%, il reddito delle obbligazioni High Yield Europa è del 4,10%, delle obbligazioni Emerging Market Bond in Dollari USA è del 5,76%. I redditi delle attività finanziarie USA sono oggi di circa 2 punti più elevati dei redditi delle attività in Europa.
Dal 2008 ad oggi, il rendimento (reddito+rivalutazione/svalutazione Capitale) nelle attività sopra citate è stato enorme nelle attività obbligazionarie e addirittura del 200% nelle attività Azionarie. Che conclusioni trarre?
1) quando il reddito è elevato (2008), è certo il
Capital Gain;
2) quando il reddito praticamente non esiste (oggi) è certo il
Capital Loss;
3) vendendo le attività obbligazionarie governative europee allo scoperto, oggi, diventa certo nel medio termine il Capital Gain;
4) nei prossimi anni, il rendimento (reddito + rivalutazione/svalutazione Capitale), sarà prodotto dal Capital Gain e non dal reddito visto che praticamente è inesistente.
L'investitore deve dimenticarsi i rendimenti degli ultimi anni. Oltre a farlo, deve capire come allocare i propri soldi. Una delle caratteristiche dei mercati è la costante migrazione mentale dei partecipanti – e non parlo solo degli investitori o del cosiddetto parco buoi ma anche della supposta élite culturale del settore finanziario – da un atteggiamento di paura della propria ombra a un atteggiamento di fiducia sconfinata in un futuro tendente alla perfezione. Entrambi questi atteggiamenti sono sbagliati: ma sono anche misurabili, in particolare può essere misurata la
relazione che intercorre tra un indice e la sua volatilità. Quando questa relazione arriva a certi livelli il mercato può essere oggettivamente definito in una fase di compiacenza e questa di questo inizio 2017 è una fase che si sta avviando decisamente in questa direzione. Nel migliore dei casi, alla compiacenza segue, inevitabile, la volatilità, che da Aprile in poi tornerà a farsi sentire un po' dappertutto.
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