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La put

Davvero limitati i rischi? E quanto è l’upside?


Insomma, le borse e bond potranno continuare a reagire positivamente ai dati positivi, ma non avranno bisogno di reagire negativamente a quelli negativi, perché accanto al dato negativo apparirà immediatamente l'immagine di un taglio dei tassi prossimo venturo.

Questa rete di protezione funzionerà bene nei prossimi sei mesi e permetterà alle borse di reggere l'impatto di eventuali dati mediocri o moderatamente negativi. La cosa è importante, perché la riaccelerazione della crescita globale che i mercati stanno già anticipando potrebbe in realtà richiedere ancora un trimestre, che potremo però attraversare in relativa sicurezza grazie alla put di Powell.

Anche le reti di protezione, tuttavia, hanno i loro limiti. Come abbiamo visto in agosto e poi in ottobre, se i mercati iniziano a vedere negli occhi (o semplicemente a immaginare) una recessione, anche la prospettiva di un ribasso dei tassi o di più Quantitative easing non riesce a impedire un indebolimento dell'azionario. Per i prossimi sei mesi, in ogni caso, di recessione non dovremmo più sentire parlare, soprattutto se l'accordo con la Cina, che Trump dà in queste ore per vicinissimo, verrà davvero raggiunto.

Qual è allora l'upside? Chris Potts, perfidamente, ha notato una contraddizione tra le stime di crescita economica ottimistiche che le grandi case stanno rilasciando per il 2020 e la timidezza con cui i loro strategist prefigurano gli obiettivi di borsa per la fine dell'anno prossimo. Tutti sono infatti schiacciati tra 3300 e 3400 di SP 500, ovvero in quel 6-8 per cento di rialzo che viene previsto dagli analisti top-down invariabilmente ogni dicembre per l'anno successivo (i bottom-up prevedono sempre il 10 a tasso fisso).
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