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Carburanti, Consiglio di Stato boccia cartelloni con prezzo medio

Associazioni: "Misura non ha prodotto effetti sperati sui listini. Nessun danno per i consumatori ma servono misure più incisive"

Economia
Carburanti, Consiglio di Stato boccia cartelloni con prezzo medio
(Teleborsa) - Il Consiglio di Stato boccia i cartelloni con il prezzo medio dei carburanti che i benzinai sono obbligati dall'agosto scorso ad esporre. Nella sentenza 1806 pubblicata oggi il Consiglio di Stato accoglie il ricorso in appello proposto dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma per l'effetto, in parziale riforma della sentenza appellata e per diversa motivazione, annulla l'articolo 7 del decreto del Mimit del 31 marzo 2023, che stabilisce caratteristiche e modalità di esposizione dei cartelloni contenenti i prezzi medi. È stato disposto l'annullamento del solo articolo 7 del decreto nella parte in cui esso prevede la cadenza giornaliera dell'obbligo di esposizione del cartello con i prezzi medi dei carburanti, in quanto tale cadenza "non è prevista dalla legge". Fonti Mimit fanno sapere che gli uffici stanno già provvedendo alla riformulazione dell'articolo 7 in modo da prevedere una diversa cadenza.

La prescrizione di aggiornare i prezzi medi quotidianamente "si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata", scrivono i giudici amministrativi. "Per un verso si impone di rendere conoscibile nei singoli punti vendita un'informazione che il consumatore può avere, in forma ben più completa visto che è possibile sapere anche quale distributore applica i prezzi più bassi nella zona di riferimento, collegandosi al sito del Ministero, ovvero – si legge nella sentenza – scaricando delle app; Per altro verso si addossano i relativi costi informativi unicamente in capo ai distributori imponendo loro degli oneri irragionevoli e sproporzionati rispetto alla limitata utilità che l'informazione relativa al prezzo medio, in sé considerata, può avere. Per questa ragione l'articolo 7 del decreto ministeriale del 31 marzo 2023 è illegittimo e deve essere annullato", spiega il Consiglio di Stato. Il ministero "in sede di riedizione del potere, – concludono i giudici – dovrà valutare le misure più idonee ad attuare quanto previsto dal decreto legge senza gravare i distributori di oneri eccessivi e impropri rispetto alla effettiva utilità di rendere conoscibile presso il singolo distributore il prezzo medio regionale".

"Nessun danno per i consumatori. L'introduzione del prezzo medio non ha influito in alcun modo sull'andamento dei prezzi, che ha seguito le solite vecchie dinamiche, a cominciare dalla doppia velocità: rialzi immediati non appena si registrano aumenti delle quotazioni internazionali e ribassi a passo di lumaca in caso contrario" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, commentando la decisione del Consiglio di Stato di bocciare i cartelloni con il prezzo medio dei carburanti. "L'informazione al consumatore è utile quando è perfetta, non quando è distorta e sbagliata, come è quella di accontentarsi di andare a fare il pieno da chiunque ha un prezzo più basso della media regionale invece che da chi fa i prezzi più bassi ed è meno caro di tutti gli altri – prosegue Dona –. Ci domandiamo, invece, dove sia sparita l'app carburanti prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, che educherebbe gli automobilisti a fare il pieno nel distributore meno caro della zona. Dopo oltre un anno dalla sua previsione è sparita dai radar. Quella si che sarebbe utile".

Anche secondo il Codacons lo stop del Consiglio di Stato al decreto sui cartelli con i prezzi medi dei carburanti "non avrà effetti sui consumatori" perché – spiega l'associazione – "la misura, nonostante garantisse maggiore trasparenza ai cittadini, non ha prodotto gli effetti sperati sul fronte del contenimento dei listini alla pompa". "Avevamo da subito evidenziato come i cartelli con i prezzi medi della benzina non avrebbero avuto alcuna conseguenza sul fronte della riduzione dei listini alla pompa. Questo ovviamente non significa che il governo non faccia bene ad intervenire sul fronte dei carburanti, ma deve farlo sia con misure più incisive in grado di difendere i consumatori dalle speculazioni, sia riducendo la tassazione che vige su benzina e gasolio – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. In particolare l'esecutivo, soprattutto in vista delle festività e degli esodi legati alle vacanze, deve assolutamente studiare un provvedimento che blocchi i rincari speculativi dei carburanti che puntualmente si verificano in occasione delle partenze degli italiani. Serve poi uno strumento davvero efficace per ridurre automaticamente il peso di Iva e accise quando sale il prezzo industriale di benzina e gasolio, per evitare un'altra forma di speculazione, quello dello Stato che aumenta le proprie entrate grazie ai rincari dei carburanti".

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che annulla l'obbligo di esposizione dei prezzi medi per i benzinai, "occorre rimettere al centro dell'attenzione le reali tematiche collegate ai rincari dei carburanti" afferma il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso. "È necessario – spiega Melluso – intervenire per rendere mobili le accise collegate al prezzo dei carburanti, allo scopo di impedire il superamento di una soglia massima di prezzo, e incentivare la scelta consapevole del consumatore tramite una app ufficiale che indichi in tempo reale i gestori che praticano i prezzi di benzina e gasolio più convenienti sul territorio. Infine chiediamo la sperimentazione, tramite la società controllata dallo Stato, di un 'carburante tricolore' che potrebbe fare da traino al ribasso generalizzato dei prezzi alla pompa".

"È una vittoria della ragione che non si è lasciata piegare a interessi di parte e non si è prestata a essere scambiata con acquiescenza o rapporti (più o meno) preferenziali – esultano le due federazioni dei gestori degli impianti di carburanti Fegica e Figisc –. È una vittoria di ogni singolo Gestore, soprattutto quelli che hanno subito l'onta della vessazione o le multe per 15 minuti di ritardo, che, attraverso le Organizzazioni di rappresentanza hanno creduto che ottenere ragione fosse possibile (e non improponibile). Ora il governo e, soprattutto, il ministro Urso (e il suo ufficio legislativo) devono prendere atto della nuova realtà disegnata dal provvedimento del Consiglio di Stato e procedere di conseguenza. Magari affrontando dialetticamente e senza forzature, con le rappresentanze di Categoria i temi che più volte sono stati posti alla loro attenzione»".

(Foto: David ROUMANET / Pixabay)
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