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Stati Generali della Natalità: "Obiettivo 500mila nati nel 2023"

Nella giornata conclusiva gli interventi del Papa e della premier Meloni e le testimonianze del mondo dell'economia

Economia
Stati Generali della Natalità: "Obiettivo 500mila nati nel 2023"
(Teleborsa) - "SOS tenere quota 500mila". Questo è il titolo della terza edizione degli Stati Generali della Natalità che si sono tenuti a Roma all'Auditorium della Conciliazione. Una kermesse lunga due giorni che ha visto tra i protagonisti anche Papa Francesco e la premier Giorgia Meloni. L'evento è stato dedicato all'analisi dello stato di salute demografico del nostro paese ponendo al centro il più grande calo delle nascite da 160 anni ad oggi. Da Enel a Cassa Depositi e Prestiti, da Tim a Danone, Allianz e Invitalia, la manifestazione non ha coinvolto solo la politica ma ha visto la presenza anche del mondo dell'economia facendo così e dell'appoggio del governo




Il tema della natalità è "centrale per tutti, soprattutto per il futuro dell'Italia e dell'Europa. La nascita dei figli, infatti, è l'indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c'è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell'avvenire – ha detto il Papa intervenendo agli Stati Generali della Natalità –. Ho saputo che lo scorso anno l'Italia ha toccato il minimo storico di nascite: appena 393 mila nuovi nati. È un dato che rivela una grande preoccupazione – ha sottolineato Papa Francesco – per il domani. Oggi mettere al mondo dei figli viene percepito come un'impresa a carico delle famiglie. E questo, purtroppo, condiziona la mentalità delle giovani generazioni, che crescono nell'incertezza, se non nella disillusione e nella paura. Vivono un clima sociale in cui metter su famiglia si sta trasformando in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono".

"Fin dal primo giorno il governo ha messo figli e genitori in cima all'agenda politica, ha fatto della natalità e della famiglia la priorità assoluta della nostra azione, perché vogliamo che l'Italia torni ad avere un futuro, a sperare e credere in un futuro migliore rispetto questo presente incerto – ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni –. Se le donne non avranno la possibilità di realizzare il desiderio di maternità senza rinunciare a quello professionale non è che non avranno pari opportunità, non avranno libertà". Quella demografica – ha aggiunto – "è una sfida che portiamo avanti non con impostazione dirigista, ma con l'approccio sussidiario, di chi crede che il compito dello Stato sia creare le condizioni favorevoli, con l'ambiente normativo e soprattutto sul piano culturale, alla famiglia, all'iniziativa, allo sviluppo, al lavoro. Qualcuno dirà che vogliamo uno Stato etico: no, vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga, vogliamo credere nelle persone, scommettere sugli italiani, sui giovani, sulla loro fame di futuro. Meloni ha citato l'erogazione del fringe benefit che – ha detto – "vogliamo mantenere a tremila euro dando priorità a chi ha figli a carico".

Dopo le linee programmatiche della premier Giorgia Meloni e di Papa Francesco, la parola alle aziende, con esempi e modelli virtuosi di conciliazione famiglia-lavoro e parità uomo-donna. È il caso della Danone, il cui presidente e amministratore delegato Fabrizio Gavelli, ha illustrato il modello adottato nella sua azienda da 12 anni a questa parte. "Nel 2022 abbiamo avuto un tasso dell'8 per cento in più di natalità" ha reso noto Gavelli. Un risultato "eccezionale" se comparato con i dati nazionali ampiamente illustrati nella due giorni dedicata alla genitorialità e frutto di politiche aziendali ad hoc. "Abbiamo il 54 per cento di manager donne – ha proseguito Gavelli –, noi vogliamo che rientrino al lavoro dopo una maternità e per questo abbiamo introdotto un assegno di maternità del 60 per cento, l'erogazione di bonus e il riconoscimento degli aumenti di stipendio anche durante la maternità e tutta una serie di altre misure di accompagnamento che hanno fatto ottenere alla Danone la certificazione della parità di genere con un punteggio molto alto. Il nostro modello vogliamo offrirlo alle istituzioni, al governo chiediamo come prima cosa che questi comportamenti virtuosi siano riconosciuti e ci sono tanti modi per farlo, c'è chi parla di fiscalità o di punti che si possono avere poi per le gare. E l'altra è che l'assegno unico universale diventi più accessibile e incrementato di quanto lo è oggi"

Anche il presidente di Tim, Salvatore Rossi, ha parlato della sua azienda come di un impresa dove "finalmente si sta facendo strada l'idea che una donna faccia figli con fiducia e tranquillità, potendo conservare oltre che il lavoro naturalmente, anche le prospettive di carriera, poterlo fare senza ostacoli perché una grande azienda deve capire che i suoi dipendenti sono un vero capitale umano".

Altro esempio quello di Nicola Lanzetta di Enel, che ha raccontato. "Abbiamo un nostro asilo nido a Roma dove – ha raccontato Lanzetta – c'è la sede più grande e rimborsiamo in generale fino al 39 per cento le rette scolastiche. Inoltre abbiamo avviato percorsi specifici per i genitori che si trovino a gestire figli con disabilità". "

Anche noi abbiamo un discreto pacchetto di welfare – gli ha fatto eco Bernardo Mattarella di Invitalia – e notiamo anche che l'imprenditoria femminile è quella più sensibile alle necessità di conciliare lavoro e famiglia, le imprese gestite da donne sono quelle che funzionano meglio, tutto quello che facciamo è nell'obiettivo di non far perdere generazioni al nostro Paese".

















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