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UE, nuovo pacchetto auto: passi avanti ma restano criticità

Pacchetto apre a biocarburanti e flessibilità, ma industria resta in difficoltà

Economia, Trasporti
UE, nuovo pacchetto auto: passi avanti ma restano criticità
(Teleborsa) - La recente proposta della Commissione Europea di rivedere i limiti di emissione di CO2 per le nuove autovetture al 2035 rappresenta una presa d’atto della necessità di adattare le politiche climatiche del settore automotive, riconoscendo che gli strumenti finora adottati non hanno prodotto i risultati sperati. Tuttavia, il pacchetto presentato non appare in grado di rivitalizzare appieno l’industria automobilistica europea, come sostiene la Commissione.

"La soluzione proposta dalla Commissione, timida e complessa nelle varie articolazioni, appare ancora lontana dagli enunciati principi di neutralità tecnologica. Valorizza molto marginalmente il contributo dei biocarburanti su valori inferiori a quelli già oggi mediamente raggiunti in attuazione della Direttiva RED che nel tempo ha portato ad una significativa penetrazione dei biocarburanti nei combustibili tradizionali, ancora in crescita al 2030. La stessa decisione di creare una sottocategoria normativa che comprenderà veicoli elettrici fino a 4,2 metri, che potranno beneficiare di ‘supercrediti’, la dice lunga sulla volontà della Commissione di considerare il principio di neutralità tecnologica", ha dichiarato Gianni Murano, Presidente UNEM.

"Le modifiche proposte - prosegue - indicano che la Commissione riconosce che l’impianto del Green Deal va modificato, ma manca poi di coraggio per indicare le modifiche necessarie per rispettare veramente il principio di libertà tecnologica e rilanciare una filiera che appare in un profondo stato di crisi". "La Commissione continua ad ignorare cosa vogliono veramente i cittadini europei con un mercato che premia le auto ibride che offrono maggiore flessibilità, consumi più contenuti e minori emissioni, rappresentando una forma di transizione ‘graduale’ verso una mobilità più sostenibile in cui i biocarburanti giocano un ruolo fondamentale e non certo limitato al 3% indicato dalla Commissione". "Si introducono poi altre complessità burocratiche e certificazioni sul ‘Made In Europe’ che di sicuro non aiutano l’industria. Dobbiamo quindi ancora impegnarci come filiera e comparto industriale perché si riconosca appieno il contributo dei biocarburanti liquidi e gassosi e si intervenga finalmente per consentire all'industria europea di riguadagnare competitività e leadership nel settore dell’automotive", ha concluso Murano.

"Al contempo, - fa sapere Anfia - la pubblicazione dei testi definitivi delle misure del pacchetto automotive consente di apprezzare alcune novità positive. La previsione di ridurre i target di riduzione della CO2 dal 100% al 90% per le auto al 2035, e dal 50% al 40% al 2030, offre ai costruttori maggiori margini per raggiungere gli obiettivi di riduzione attraverso più tecnologie, aprendo al concetto di neutralità tecnologica. Restano però dubbi sull’efficacia di alcune misure dopo il 2035, come l’obbligo di compensazione attraverso l’utilizzo di acciaio verde (max 7%) e carburanti rinnovabili per veicoli non elettrici (max 3%)".

"Il pacchetto - prosegue Anfia in una nota - prevede inoltre incentivi alla diffusione delle auto elettriche di piccole dimensioni e obiettivi per le flotte aziendali, insieme a una flessibilità sulle sanzioni per i veicoli pesanti. Le prime indicazioni sul "local content" e sul "Made in European Union" potrebbero avere impatti positivi sulla filiera produttiva, ma il pacchetto nel complesso resta poco incisivo rispetto all’obiettivo dichiarato di rafforzare la competitività dell’industria europea".

Marco Mele, Amministratore Unico di SFBM, definisce la proposta "un passo avanti significativo" e "un approccio più concreto e meno ideologico rispetto al passato".

"Si tratta di una posizione certamente più equilibrata – prosegue - che è anche il risultato della battaglia portata avanti dal nostro Paese, che fin dall’inizio ha contrastato con fermezza e decisione un’impostazione che avrebbe rischiato di affossare definitivamente il settore dell’automotive europeo, con conseguenze gravissime in termini industriali ed occupazionali e con evidenti vantaggi competitivi per altre potenze industriali, in particolare la Cina".

"Abbiamo sostenuto sin dall’inizio – continua Mele – che l’impianto originario della normativa UE fosse controproducente ed autolesionista. Oggi si apre finalmente uno spiraglio, una nuova fase nella quale trovano spazio i biocarburanti ed il biometano, che rappresentano una soluzione concreta, immediata e strategica, soprattutto per l’Italia, che dispone già di una rete infrastrutturale efficiente e diffusa". "Accogliamo con un certo ottimismo la proposta di Bruxelles, che sembra aver messo da parte l’utopia dell’elettrico a tutti i costi ma – sottolinea - è necessario continuare a lavorare per arrivare ad una revisione più ampia e strutturale del pacchetto ‘Fit for 55’, con una decisa sterzata verso l’utilizzo dei biocarburanti e del biometano nei motori a combustione interna", conclude Mele.

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