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Nuovo Patto di Stabilità, per la Germania "troppo morbido"

"Accetteremo solo regole che consentano un percorso affidabile verso la riduzione del debito e la stabilità delle finanze pubbliche"

Economia
Nuovo Patto di Stabilità, per la Germania "troppo morbido"
(Teleborsa) - Un Patto di Stabilità troppo "morbido": Berlino guarda alle nuove regole annunciate ieri dalla Commissione Ue con l'occhio di chi non ha alcuna intenzione di accettare automaticamente le proposte.


Del resto, lo ha detto apertamente il Ministro delle finanze tedesco Christian Lindner. "Le proposte della Commissione europea non soddisfano ancora le esigenze della Germania", ha detto spiegando che "Nessuno deve pensare che la Germania accetti automaticamente le proposte. Accetteremo solo regole che consentano un percorso affidabile verso la riduzione del debito e la stabilità delle finanze pubbliche". Più positiva la reazione dei Paesi Bassi, dove però il governo fa sapere di volere che "le nuove regole portino a una riduzione ambiziosa del debito e a una maggiore sostenibilità del debito per i Paesi altamente indebitati".

Ieri Bruxelles ha alzato il velo sulle nuove regole europee sui conti pubblici: piani concordati con la Commissione europea dagli Stati Ue indicando solo un percorso di spesa in grado di far scendere stabilmente il debito pubblico. Nessun obiettivo numerico veri e propri sul calo dell'indebitamento. Invariati i parametri dei trattati che fissano un tetto per il deficit al 3% del Pil e per il debito al 60% del Pil. Per i Paesi oltre tali valori saranno così previste dall'esecutivo europeo delle "traiettorie tecniche" di spesa con l'obiettivo, ancora una volta, di far scendere il debito. Gli Stati che sono invece in disavanzo (nominale) eccessivo dovranno comunque garantire in automatico un aggiustamento strutturale del deficit annuo minimo pari allo 0,5% del Pil, fino a quando lo sforamento non sarà rientrato.

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti saluta la proposta legislativa di riforma della Commissione come "un passo avanti": consentirà di non tornare al vecchio Patto, sospeso dall'inizio della pandemia grazie alla clausola di salvaguardia. Giorgetti però non nasconde la delusione per la mancata regola della 'golden rule', per scomputare cioè dai conti gli investimenti strategici.

"Noi avevamo chiesto con forza l'esclusione delle spese d'investimento, ivi incluse quelle tipiche del Pnrr digitale e green deal, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri. Prendiamo atto che così non è".
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