La preoccupazione della
COVIP è stata fatta propria anche da altre istituzioni, fra cui
Banca d'Italia, ed altre proposte sono state avanzate sempre con l'intento di fornire una qualche forma di tutela agli aderenti alle varie forme di previdenza integrativa.
Non ci addentreremo sui differenti
tipi di intervento ipotizzati, i quali hanno perlopiù in comune un ruolo attivo dello Stato nelle sue varie articolazioni con l'obiettivo finale di garantire alla scadenza contrattuale almeno quanto versato dal lavoratore aderente con in aggiunta un rendimento minimo "accettabile", quanto meno in rapporto all'alternativa (che diviene di fatto benchmark di riferimento)
TFR.
Diamo per scontato che, quando si individua lo strumento "previdenza complementare" come qualcosa di indispensabile per garantire sostenibilità futura al sistema pensionistico pubblico, è logica conseguenza la creazione di
meccanismi di minima salvaguardia a carico dello Stato.
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