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S.O.S. Previdenza Complementare

La questione semmai è se qualcosa vada rivisto nelle tipologie e modalità di gestione dei Fondi Pensione ovvero se sia stata correttamente interpretata dai money manager la loro mission. Essi non sono equiparabili o assimilabili ai normali Fondi di Investimento.

Se il sottoscrittore di questi ultimi può, a certe condizioni ed in presenza di una accentuata propensione al rischio, mettere in conto perdite in linea capitale anche nel medio-lungo termine, così non è per chi si attende alla fine della sua vita lavorativa un reddito certo che integri la sua spesso assai modesta pensione pubblica ed in questa prospettiva e con questo obiettivo ha aderito alle forme di previdenza complementare.

Se è corretto affermare che i Fondi Pensione vanno valutati nel lungo termine e che il mercato finanziario presto o tardi riprenderà la sua normale operatività, non è in ogni caso accettabile che le performances replichino sempre in peggio l'andamento dei mercati medesimi, qualunque sia la loro direzionalità, così come non trova giustificazione un rendimento spesso negativo o comunque insoddisfacente anche per quei comparti per definizione a bassissimo rischio che investono in strumenti a breve di mercato monetario.

Esiste invero la possibilità, per coloro i quali vanno in pensione, di differire nel tempo sia il ritiro del 50% del capitale maturato nei Fondi Pensione (ammesso sia questa l'opzione prescelta) sia la determinazione della rendita (residua nell'ipotesi di cui sopra, ovvero piena); questa facoltà verrebbe esercitata per il tutto il tempo necessario ad un ritorno di condizioni di mercato meno turbolente.

Trattasi ad ogni evidenza di una soluzione provvisoria, che non può protrarsi per un periodo troppo lungo e probabilmente non sostenibile da tutti.

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