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Un uomo solo al comando



Il "too big to fail" in voga negli States non vale più. Non è valso per Lehman Brothers e non vale per nessun altro ente debitore, sia esso privato che governativo. E non varrebbe, a maggior ragione, nemmeno per l'Italia, che ha un debito pubblico del 120% del PIL, una cifra enorme che avvicina i 1900 miliardi di Euro. Per comprendere l'entità di quest'enorme massa debitoria basta dire che essa è più grande della somma dei debiti sovrani di Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda.

Pensare che nei prossimi cinque anni l'Italia dovrà rifinanziarne la metà, viene da sorridere come farà Tremonti, o chi per lui, a piazzare tranquillamente i Bonds tricolori senza riflettere sul fatto che l'Italia si indebita, per pagare gli interessi sullo stesso debito, per 75 miliardi di Euro all'anno, ossia il 5% del PIL; in un anno, quindi, viene dispersa per interessi la crescita di un decennio, che è stata mediamente dello 0,2% contro l'1% dell'Europa.

Insomma, la crescita è pressoche inesistente ed è un'utopia pensare di rientrare sul debito tagliando le spese, se poi ad ogni aumento del tasso di interesse corrisponde un incremento della spesa per interessi di circa 35 miliardi di Euro. Economicamente siamo fuori da ogni schema logico e se per qualsivoglia motivo i mercati, ai tassi attuali, ci negheranno le risorse richieste non comprando i nostri titoli, pensare ad un piano di salvataggio sarà una chimera perchè l'Europa tutta intera non dispone di tanti quattrini. Verremo lasciati affondare con armi e bagagli.

L'imposizione di una Super tassa patrimoniale, una tassa d'elite per i ricchi, sarebbe l'unica soluzione a cui, tappandosi il naso, ricorrere; l'unica via percorribile per non fare la fine della Grecia. Siamo in un circolo vizioso ininterrotto, laddove dal 2000 al 2009 la spesa pubblica è aumentata del 20% e, come detto, siamo cresciuti di qualche decimale di punto.

La decisione da prendere è critica, perchè la percezione del nostro benessere, come quello di tutto l'occidente industrializzato, è una grande illusione, la disoccupazione domina e non si vedono vie d'uscita, i mercati finanziari hanno voltato le spalle alla politica, lanciando segnali inequivocabili; o si va verso la ristrutturazione delle cose, rigorosa e radicale, oppure andremo tutti più velocemente a bruciarci i piedi.

Siamo rimasti intrappolati in una fitta ragnatela di illusioni economiche e politiche a cui bisogna porre inevitabilmente rimedio. E' vero, il mondo non finisce qui, ma dire che è finita un'era è cosa buona e giusta e noi, italiani, abbiamo tagliato il traguardo prima di tanti altri... bella vittoria.

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