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Il diavolo e l'acqua santa sotto il sole d'agosto

Tutto è poco chiaro nei ruoli, nelle funzioni e nei compiti dei protagonisti della politica.

Magari le intenzioni di quando scese in politica nel '94 non erano queste, ma adesso gli interessi personali di Silvio Berlusconi e i destini del paese si intrecciano in modo pericoloso. Siamo ad uno snodo decisivo della crisi politico-istituzionale che ha portato al governo delle larghe intese, che peraltro non ha prodotto molto per l’economia e la salvaguardia sociale. Il nemmeno tanto “supposto” attacco frontale a Berlusconi sul fronte giudiziario, è divenuto adesso anche un attacco sul piano politico da parte dei “cugini ” del PD. Cugini di quinto grado che obtorto collo tocca sopportare, per garantire la buona fede del Presidente Napolitano, ma che nulla hanno in comune sull’impostazione dell’azione di governo.

E’ quindi evidente che andando avanti in quest’azione di logoramento tra le parti, la situazione è destinata a complicarsi tragicamente, per una serie di azioni e reazioni che si stanno innescando. Il rischio che tutto crolli è elevato; esecutivo e legislatura compresi, con tanti saluti alla stabilità tanto auspicata da Letta e conseguente blocco della politica economica e sociale che si sta tentando faticosamente di condividere.

Questa è una criticità che non possiamo permetterci. Per chi non fosse informato, l’Italia in autunno dovrà collocare 80 miliardi di titoli pubblici e in una situazione di fragilità politica la speculazione potrebbe insinuarsi, spaccando il fronte difensivo eretto della BCE all’indomani della crisi dello scorso anno. Nemmeno quello servirà, questa volta, se lo spread tornerà a crescere.

E’ la solita storia di malumori e nervi tesi quella tra PD e PDL; di componenti troppo diverse tra loro incatenate irrimediabilmente e alla cui risoluzione dei problemi di incompatibilità è data la sopravvivenza dell’una quanto dell’altra parte.

Per giunta, un’inattesa deriva elettorale sta animando adesso la direzione del PD. Pro e contro al richiamo delle urne. La corsa alla segreteria e al premier in pectore è partita, ma non è stata ancora fissata la data del Congresso. Forse a settembre o forse a novembre. Ballano tre mesi di logorante contrapposizione tra le anime del centro-sinistra e proprio su questo sine die il PdL punta per cambiare le sorti di quest’improvvida maggioranza. Nel centro destra si attende che sia il PD a compiere il passo falso, anche se il Presidente del Consiglio stigmatizza le forti tensioni dicendo di andare avanti in modo più che determinato.

La dinamicità politica del PdL sembra invece di essere in attesa del destino del suo leader. A destra la situazione è cristallizzata. Parlano in pochi e dicono cose ovvie, offendendo l’intelligenza di chi le ascolta. L’unico argomento degno di considerazione è sul “salvacondotto” giudiziario per Berlusconi, che vanifichi la sentenza di condanna. Un atto preteso e dovuto al Cavaliere solo perché un terzo dell’elettorato del nostro Paese gli ha accordato fiducia. Pare troppo poco per creare una falla in un sistema giudiziario che, per quanto discutibile, dovrebbe valere per tutti.

Napolitano si è già espresso. La risoluzione alla situazione di stallo deve essere politica, per cui niente salvacondotto o grazia che dir si voglia.

In sintesi, tutto è poco chiaro; sia nei ruoli, funzioni e compiti dei protagonisti; sia nella logica delle ipotesi possibili per far rientrare lo stato di crisi. Per cui non si può escludere niente, nemmeno quelle gravi conseguenze ribadite più volte dal Presidente della Repubblica.
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