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Per le quote di Banca d'Italia il regalo è quello che verrà

La rivalutazione delle quote di partecipazione di Banca d’Italia ha sanato una incoerenza che danneggiava le nostre banche.

La rivalutazione delle quote di partecipazione nel capitale di Banca d'Italia ha sanato una incoerenza che danneggiava le nostre banche. Ma era necessario cambiare pagina: avere ancora le banche azioniste di Banca d'Italia, che magari si vendono le quote sul mercato per coprire le perdite, è stata una sciocchezza.

Il decreto legge IMU-Banche è stato convertito in legge, in extremis, tra le proteste e l'ostruzionismo del M5S. Il Governo ha incassato il via libera su due questioni controverse: la rivalutazione delle quote di partecipazioni in Banca d'Italia, onerosa per le banche che dovranno pagare una tantum l'imposta sulle plusvalenze quanto per l'Erario che dovrà rinunciare per il futuro ad una larga fetta dei proventi che gli erano garantiti dalla remunerazione a valori storici di queste partecipazioni; l'archiviazione definitiva dell'esonero per il 2013 del pagamento della seconda rata dell'IMU, coperta con l'aumento una tantum dell'IRES su Banche ed assicurazioni. Un salasso secco, un aumento dell'8% e non un anticipo sul dovuto per il 2014, arrivato tra capo e collo.

Le polemiche sulle modalità di rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia sono tante, ci sono di mezzo almeno tre aspetti: la natura pubblica ovvero statale della Banca, l'origine e la natura delle riserve accumulate, la finalità della rivalutazione. Mentre non è in discussione la natura pubblica della Banca d'Italia che è parte dell'ordinamento statale, ciò non comporta che sia assoggettata alle direttive del Governo: è autonoma, con la garanzia di indipendenza conferita dai trattati dell'Unione alla BCE ed al Sistema delle Banche Centrali, per quanto riguarda la politica monetaria. La vigilanza sul credito ed i mercati finanziari è esercitata con la attiva partecipazione del Ministero dell'economia: le banche, anche se "partecipanti" al capitale della Banca d'Italia, sono soggette ai poteri di ispezione e di sanzione di questa. Di recente, con la realizzazione della Unione Bancaria, del Meccanismo Unico di Risoluzione delle crisi bancarie, tutto viene reso uniforme, portando alla BCE la vigilanza sulla Banche sistemiche, quelle il cui fallimento crea rischi di stabilità per l'intero sistema finanziario, travalicando i confini nazionali.
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