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Tante riforme, solo caos...

... come alla vigilia della Rivoluzione Francese

- Province che vanno e vengono;
- tasse che cambiano solo di nome, prima ICI, poi IMU poi TASI;
- Equitalia che viene soppressa per rinascere più forte che pria, come Agenzia delle Entrate-Riscossione;
- il Corpo Forestale dello Stato spacchettato in due, tra Carabinieri e Vigili del Fuoco, senza che nessuno si occupi più degli incendi della vegetazione;
- l'ennesimo decreto varato sui furbetti del cartellino;
- le vaccinazioni per i bambini che vanno a scuola, che prima aumentano e poi diminuiscono senza capire esattamente perché;
- le manovre di bilancio che vengono promesse al Parlamento in un modo con il DEF, poi vengono chiesti sconti alla Commissione europea, che risponde che va bene;
- gli Accordi europei sull'assistenza ai migranti che obbligano l'Italia a riceverli tutti ad ogni costo mentre la rotta balcanica è stata sigillata;
- le banche venete che vengono messe all'improvviso in liquidazione coatta amministrativa, perché in stato di fallimento o vicine al fallimento, mentre fino a due mesi prima avevano bisogno solo di una ricapitalizzazione precauzionale;
- l'Ecofin che propone la creazione di BadBank nazionali per sgravare i bilanci degli Istituti di credito dalle sofferenze accumulate durante la crisi, mentre finora la regola era stata quella del bail-in, con il burden-sharing tra azionisti, obbligazionisti e depositanti oltre i 100 mila euro, mentre gli aiuti di Stato erano ammissibili solo per evitare destabilizzazioni economiche;
- il G20 di Amburgo ha cambiato le regole fondamentali del commercio internazionale, mentre tutti fanno finta di non accorgersi che la Globalizzazione è finita.

L'elenco potrebbe continuare, purtroppo a lungo.

Non solo in Italia, c'è un clima di rivoluzione normativa permanente: troppe autorità, comunali, regionali, nazionali, europee, sovranazionali, rendono la democrazia incomprensibile, visto che solo le lobby economiche e finanziarie hanno sempre i testi pronti da far approvare.

Ai cittadini spetta ubbidire, rispettare le leggi: schiavi di un sistema caotico.

La disintegrazione della sovranità statale, creando sempre più strutture decisionali a livello inferiore e superiore, distorce i sistemi democratici: ognuno si lamenta della impossibilità di provvedere perché c'è un organo di rango superiore che ha orientamenti diversi, oppure un altro di livello inferiore cui spetta provvedere.

Sbaglia chi pensa che la Rivoluzione francese sia stata preceduta da un periodo di torpore o di inazione: al contrario, furono anni di cambiamenti continui, voluti dal Re per ammodernare il Paese, con i Fisiocratici che impartivano lezioni sul funzionamento corretto dell'economia così come lo fanno oggi i tanti esperti del mercato e della finanza. Ed il popolo, i commercianti, gli artigiani ed i piccoli proprietari agricoli, si trovarono stritolati tra le innovazioni efficientiste di mercato e le rinnovate pretese dei nobili che non volevano rinunciare ai loro privilegi feudali.

Così è anche oggi: una piccolissima percentuale della popolazione, italiana o mondiale non fa differenza, detiene fino alla metà di tutte le ricchezze finanziarie, e si arricchisce ogni giorno di più. Il resto, deve arrabattarsi con le regole del mercato e della concorrenza internazionale, sempre più feroce.

Gli Stati propinano riforme a tutto spiano, creando ulteriori tensioni e convulsioni.

La Rivoluzione si scatenò al momento di decidere come ripartire il costo del debito accumulato, quando si cercò di scaricarne l'onere prevalentemente sul popolo.

Tra debiti pubblici e debiti privati, contratti perché i redditi non sono sufficienti e non per fare investimenti, siamo nelle stesse condizioni. Se le banche italiane sono piene di crediti in sofferenza, quelle dei Paesi del nord Europa si sono rimpinzate di titoli che non vengono neppure quotati sul mercato.

Le banche centrali hanno creato in questi anni una enorme bolla di valori azionari, immettendo liquidità senza limiti, comprando obbligazioni pubbliche e non a piene mani, e portando i rendimenti a livelli negativi: ora che i tassi devono risalire, tutti cercano di alleggerirsi di questi portafogli. Gli Stati si sono indebitati ancora, come le famiglie e le imprese.

Le Banche centrali pianificano di vendere i titoli in portafoglio per drenare liquidità: a quel punto, la bolla scoppierà.

Le continue riforme normative, fiscale, amministrative ed istituzionali rendono incomprensibili le responsabilità.

Tante riforme, solo caos...

... come alla vigilia della Rivoluzione Francese.

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