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Migranti: da Bruxelles piano d'azione per sostenere l'Italia

Nel programma messo a punto dalla Commissione UE subito 35 milioni all’Italia e centro di soccorso in Libia

Economia, Politica
Migranti: da Bruxelles piano d'azione per sostenere l'Italia
(Teleborsa) - Bruxelles dà il via libera a una serie di misure immediate che possono essere adottate dagli Stati membri dell'UE, dalla Commissione, dalle agenzie dell'UE e dall'Italia. Lo annuncia la Commissione UE dopo l'emergenza migranti che diventa ogni giorno più "pressante".

Le misure messe a punto oggi 4 luglio, dovrebbero costituire una base per le discussioni che si terranno nella riunione informale del Consiglio "Giustizia e affari interni" in calendario giovedì 6 luglio a Tallinn.

Dopo il no di Francia e Spagna allo sbarco dei migranti soccorsi in mare nei propri porti e l'Austria che minaccia di usare l'esercito al valico del Brennero della nuova emergenza si è discusso oggi nella seduta dell'Europarlamento dove in una plenaria semideserta si è assistito allo scontro fra il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, e il Presidente del Parlamento Antonio Tajani.

Tra le misure immediate per sostenere l'Italia e ridurre i flussi migratori, la Commissione Europea propone una serie di interventi da adottare per accelerare gli interventi collettivi dell'Unione europea lungo la rotta del Mediterraneo centrale. In particolare, Bruxelles vuole incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro e preparato congiuntamente con l'Italia;

finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo pienamente operativo;

aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di ulteriori 35 milioni di euro da mobilitare immediatamente;

garantire una piena mobilitazione delle agenzie dell'UE: l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) è pronto ad aumentare il numero delle unità mobili che contribuiscono al trattamento delle domande;

l'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera dovrebbe esaminare urgentemente le proposte dell'Italia in relazione all'operazione congiunta Triton;

e la riserva di reazione rapida della guardia di frontiera e costiera europea, forte di 500 esperti sul rimpatrio, è pronta per essere dispiegata su richiesta dell'Italia;

avviare e finanziare un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con the United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) e con decorrenza immediata;

collaborare con la Libia per rafforzare i controlli sulla frontiera meridionale, in cooperazione con i paesi del G5 Sahel e gli Stati membri e con il sostegno finanziario dell'UE;

intensificare gli interventi per stipulare accordi di riammissione (o accordi informali equivalenti) con i Paesi di origine e di transito, con il sostegno degli Stati membri;

intensificare la cooperazione con Niger e Mali nell'ambito del quadro di partenariato per prevenire gli spostamenti verso la Libia;

continuare a lavorare con l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) per accelerare i rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i paesi di origine, anche mediante un aumento dei finanziamenti;

garantire di concerto con gli Stati membri la piena attuazione del quadro di partenariato, anche estendendolo ad altri paesi rispetto ai 5 prioritari, esercitando pressioni di tipo sia positivo che negativo;

in aggiunta ai 200 milioni di euro già stanziati nel 2017 per la "finestra" per l'Africa settentrionale ("North Africa window") del Fondo fiduciario UE-Africa, garantire finanziamenti equivalenti per il 2018 e gli anni successivi con contributi del bilancio dell'UE e degli Stati membri.

Da parte loro, gli stati membri dovrebbero:

contribuire in modo più sostanziale al Fondo fiduciario UE-Africa per integrare il contributo di 2,6 miliardi di euro del bilancio limitato dell'UE, in linea con gli impegni da loro assunti nel novembre 2015;

accelerare il ricollocamento dall'Italia, reagendo in modo più rapido alle richieste italiane, aumentando la consistenza e la regolarità degli impegni;

contribuire, di concerto con la Commissione e il servizio per l'azione esterna, al dialogo con la Tunisia, l'Egitto e l'Algeria e incoraggiare tali paesi ad associarsi alla rete Seahorse per il Mediterraneo e invitare la Tunisia e la Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo;

accelerare, di concerto con il Parlamento europeo, le discussioni sulla riforma del sistema di Dublino per la distribuzione delle domande di asilo all'interno dell'UE, al fine di disporre di un quadro più stabile per affrontare tali problemi in futuro;

mobilitare le loro capacità, in sinergia con quelle della guardia costiera e di frontiera europea, per contribuire al rimpatrio dei migranti irregolari dall'Italia;

Bruxelles chiede all'Italia di:

redigere, in consultazione con la Commissione e sulla base di un dialogo con le ONG, un codice di condotta per le ONG che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo;

rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento: registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti in Italia;

centralizzare e standardizzare la procedura di ricollocamento;

consentire il ricollocamento dei minori non accompagnati;

e facendo prova di una maggiore flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri Stati membri attuare rapidamente la legge Minniti, anche creando capacità supplementari nei centri di crisi;

aumentare la capacità di accoglienza e aumentando in modo sostanziale e in tutta urgenza la capacità di trattenimento, portandola ad almeno 3000 posti;

aumentare il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto dell'UE;

accelerare in modo marcato l'esame delle domande di asilo in fase di ricorso;

accelerare i rimpatri: applicando procedure di rimpatrio veloci;

avvalersi maggiormente delle procedure rapide e dei motivi di inammissibilità;

elaborare un elenco nazionale di Paesi di origine sicuri;

emettere decisioni di rimpatrio di pari passo e contemporaneamente con quelle sull'asilo;

valutare la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza ed evitare di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo.


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