Primo RospoLa liquidità del Qe è forse stata immessa nel sistema economico e finanziario italiano?
Neanche per idea, visto che le negoziazioni per il ritiro dal mercato anche dei titoli italiani si è svolta a Francoforte, con un effetto paradossale. Allora, poiché si lavora sul mercato tedesco, è materialmente la Bundesbank che immette liquidità a favore del venditore del titolo e che ritira quindi i titoli di Stato italiani, iscrivendo contemporaneamente nel suo bilancio un debito per moneta creata a favore del venditore ed un credito di pari entità per via del titolo comprato. A questo punto, dovendo cedere il titolo di Stato alla Banca d'Italia, la Bundesbank sostituisce il credito rappresentato dal titolo di Stato italiano con un credito di pari entità nei confronti della Banca d'Italia. A sua volta, la Banca d'Italia iscrive un credito verso lo Stato italiano, detenendo un titolo, e corrispondentemente un debito verso la Bundesbank. In pratica, solo per questa tecnica di negoziazione,
la nostra posizione nel Target 2 è peggiorata, con la Banca d'Italia che risulta debitrice della Bundesbank: ed è la stessa Banca d'Italia a riconoscerlo espressamente, affermando che il saldo del Target 2 "
può essere inoltre interpretato in base alla distribuzione all'interno dell'Eurosistema della liquidità immessa da ciascuna BCN attraverso le operazioni di politica monetaria". (Bollettino economico n. 3 del 2015, pag. 25).
Da una parte abbiamo ricomprato dal mercato 356 miliardi di debito pubblico, che era il primo Rospo, e dall'altra abbiamo aumentato il saldo negativo nel Target 2, che è arrivato a luglio scorso a -481 miliardi di euro, che è il secondo Rospo. Eppure, ad aprile 2014 era di -194 miliardi rispetto al picco di -285 miliardi toccato all'apice della crisi sui mercati, nell'agosto del 2012.
Secondo RospoNel
2008, allo scoccare della crisi,
in Italia le banche erogavano complessivamente prestiti a residenti italiani per un importo di 2.322,5 miliardi di euro, di cui 238,5 miliardi erano destinati a finanziare la Pubblica Amministrazione, 869,4 miliardi andavano alle società non finanziarie e 371,4 miliardi alle famiglie consumatrici.
Nel 2011, prima che arrivasse il tornado finanziario che ha costretto il governo Berlusconi alle dimissioni, il sistema bancario dimostrava di essersi adoperato fattivamente per contrastare gli effetti recessivi derivanti dalla crisi americana: i finanziamenti alla Pubblica Amministrazione erano arrivati a 257,5 miliardi (+19,0 miliardi), i prestiti alle società non finanziarie erano arrivati a 893,6 miliardi (+24,2 miliardi) mentre quelli alle famiglie valevano ben 507,2 miliardi (+135,8 miliardi).
A giugno 2018, i
prestiti delle banche ai residenti italiani sono ammontati a 2.332 miliardi, con
un aumento di soli 9,8 miliardi rispetto al 2008. Il credito a favore della Pubblica Amministrazione è stato di 263,6 miliardi (+25,1 miliardi), quello a favore delle società finanziarie è crollato a 703,5 miliardi (-165,9 miliardi), mentre alle famiglie è stato aumentato di una cifra corrispondente, arrivando a 537 miliardi (+165,6 miliardi).
Alle imprese, ai loro investimenti, è stato tolto credito.
DRENAGGIO RISORSE
Componenti | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | Totale |
Canale Tesoro - saldo primario | 37,6 | -13,0 | 1,2 | 18,4 | 39,1 | 30,9 | 28,5 | 25,5 | 24,8 | 25,9 | 34,4 | 253,24 |
Canale bancario - riduzione/aumento prestiti a società non finanziarie | 0,0 | 19,7 | 2,3 | -24,2 | -4,7 | 55,3 | 61,8 | 76,2 | 93,6 | 142,8 | 165,9 | 165,90 |
Pagamenti correnti (*) | -44,9 | -29,0 | -52,6 | -49,0 | -5,5 | 16,0 | 31,1 | 25,0 | 43,0 | 47,3 | 50,0 | 31,42 |
| -7,3 | -22,4 | -49,0 | -54,8 | 28,9 | 102,2 | 121,4 | 126,7 | 161,4 | 216,0 | 250,3 | 450,55 |
(*)
il dato del 2018 è una mera stimaTerzo RospoParadossalmente, c'è un
consistente miglioramento della posizione finanziaria netta dell'Italia sull'estero: a un saldo negativo nel 2008 di 358 miliardi siamo passati ad un saldo negativo a fine 2017 di 116 miliardi. Ciò è dipeso da una acquisizione netta da parte degli italiani di asset esteri e di crediti verso l'estero di ben 869 miliardi di euro, mentre gli stranieri hanno aumentato le loro detenzioni in Italia di soli 631 miliardi.
In pratica, il sistema italiano produce reddito esportando all'esterno con successo, ma esporta ancor più capitali, che vanno a finanziare anche i nostri concorrenti. Le banche, con i loro canali di raccolta indiretta, i Fondi di investimento ed i gestori di risparmio portano i fondi all'estero.
Nessuno è stato convinto della bontà delle politiche strutturali: hanno portato solo fallimenti, miseria, disoccupazione, sfiducia nel futuro.
Abbiamo dovuto ingoiare
solo Rospi.
I
Draghi della crisi non sono stati sconfitti.
"