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Pizza, Würstel e Baguette

Strategia mediterranea per l'Italia, mentre la Germania sogna un nuovo Sacro Romano Impero

Roma, Berlino e Parigi, sono tre capitali in cerca di un nuovo futuro, nella disgregazione del sogno europeo dopo la Brexit. La strumentalizzata debolezza italiana sul versante del debito pubblico è compensata da una grande libertà di manovra sul piano internazionale. La Germania è schiacciata tra Washington e Mosca. La Francia spera di trovare un ruolo più forte avvinghiandosi alla Germania, senza temere l'abbraccio mortale.

Purtroppo, con la Francia ci si continua a dare di becco. La lista delle questioni controverse tra Roma e Parigi si è nuovamente allungata.

Come se non bastasse il dossier libico, sempre rovente, questa settimana si è aperta una nuova polemica, aperta dal M5S, sul preteso sfruttamento da parte francese delle ex-colonie, per via della gestione da parte francese della moneta unica usata da 14 Paesi africani, il CFA. L'Ambasciatrice italiana a Parigi è stata convocata per chiarimenti, di fronte ad una accusa ritenuta dal governo francese assolutamente ingiustificata.

La questione del CFA è assai semplice: il Tesoro francese, per garantire la stabilità del cambio di questa valuta CFA, chiede in cambio che gli venga versato il 50% delle riserve valutarie delle due Banche centrali africane che gestiscono le due aree di accordo valutario. Queste riserve derivano dalle esportazioni africane pagate in euro, dollari o yuan dagli acquirenti che si trovano al di fuori dei Paesi stessi e della Francia o dagli investimenti esteri di capitale in questi Paesi, ad esempio dalla Cina. In questo modo, si forma una sorta di salvadanaio a cui attingono gli importatori africani che devono pagare merci e servizi in valuta estera: non devono ricorrere al mercato valutario.

Il Tesoro francese usa questa liquidità per investimenti, probabilmente anche per finanziare il debito dello Stato francese. Qui starebbe il vantaggio rilevante, il preteso sfruttamento delle economie africane con il CFA.

Le polemiche tra Italia e Francia erano già riprese per via delle avance mosse dal nostro M5S a sostegno dei Gilets Jaunes, il movimento di protesta popolare che in Francia, ormai da dieci settimane, ogni sabato, sta facendo vedere i sorci verdi al ministro degli interni Cristophe Castagner per i violentissimi disordini che provoca, insolentendo il Presidente Emmanuel Macron, di cui reclama le dimissioni. Anche qui, Parigi ha manifestato la sua profonda irritazione per le inframmettenze italiane all'interno della politica francese.
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