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Guaio grosso a Francoforte

L'attacco di Trump a Draghi mette sotto accusa le politiche europee


E' da un anno, ormai, che anche l'economia tedesca è entrata in una fase di forte rallentamento, e così l'Italia che ne è un suo principale fornitore. L'inflazione non riparte perché i produttori riducono in modo ossessivo i propri costi, ivi compresi quelli salariali, perché gli Stati sono costretti a tagliare le spese e ad aumentare le entrate, mentre il sistema del credito è rimasto bloccato per via del divieto di creare Bad bank pubbliche che assorbissero gli effetti negativi delle crisi. Tutto il sistema del credito si è impastato in una panoplia di procedure: non performing loans da cedere ai servicers, i crediti unlikely to pay da trasferire ad operatori specializzati, ricapitalizzazioni senza mercato cui attingere e margini di interesse assolutamente irrisori.

Dopo dieci anni dall'inizio della crisi finanziaria americana, l'Europa si ritrova di fronte alla frantumazione del suo sistema politico tradizionale, alla assoluta incertezza istituzionale circa il futuro dell'Unione, ad una mancanza completa di soluzioni alternative.

Parlare di riduzione dei tassi di interesse, quando sono già a zero, è paradossale.

Parlare di nuove misure monetarie espansive è quasi umoristico, visto che non hanno avuto alcun effetto concreto sull'inflazione.

E' ridicolo, poi, parlare di politiche di bilancio, senza aver risolto prima il nodo degli spread sul debito pubblico che incatenano un Paese come l'Italia, che ha una bilancia commerciale strutturalmente attiva, che esporta risparmio all'estero, e che ha una posizione finanziaria netta in sostanziale equilibrio.

La Banca centrale europea ha fatto errori catastrofici: ha buttato dalla finestra oltre due trilioni di miliardi di euro comprando debito pubblico, anche quello tedesco che ha rendimenti negativi. Doveva solo intervenire per evitare che gli spread superassero i 50 punti base, e non lasciare che superassero i 500 punti base.

Non esiste una Unione monetaria che possa tollerare socialmente, politicamente ed economicamente queste divaricazioni.

Le conseguenze di queste assurdità sono finalmente sotto gli occhi di tutti.

L'attacco di Trump a Draghi mette sotto accusa le politiche europee.

Guaio grosso a Francoforte.
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