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Moneta creata dal Nulla, Stati indebitati e Mercati con la Mannaia

Dalla Lotta di Classe al Conflitto tra generazioni


Comprando i titoli a tempo non solo fornisce liquidità, ma influisce sui tassi, calmierandoli.

Era solo una avvisaglia.

PetrolioPer la prima volta nella storia, il 20 aprile scorso il prezzo del future sul petrolio è sceso sotto lo zero: il petrolio WTI con consegna a maggio registrò una flessione negativa di oltre il 300% (il più forte ribasso giornaliero mai registrato dal 1983) portando la quotazione del contratto derivato a meno 37 dollari al barile. In pratica, chi si era impegnato a vendere un barile di petrolio per quella data, non avrebbe ricevuto nessun prezzo per la consegna, ma avrebbe dovuto addirittura pagare l'acquirente versandogli 37 dollari per evitare la consegna fisica di ogni barile di petrolio, come previsto dal regolamento dei contratti future. La crisi sanitaria allora in corso, con la conseguente riduzione dei consumi ed un eccesso di stoccaggio, stava per mandare in tilt anche il sistema dei derivati.

Il 16 marzo, al termine di una riunione straordinaria, la Fed aveva già deciso di intervenire con un nuovo Quantitative Easing per immettere liquidità sui mercati e restituire fiducia agli investitori, portando i tassi a zero ed impegnandosi a comprare immediatamente circa 700 miliardi di titoli. Già nella prima settimana, l'intervento era ammontato a 375 miliardi in titoli del Tesoro ed a 250 miliardi di bond garantiti da mutui (MBs').

Neppure una settimana dopo, il 24 marzo, l'impegno fu esteso all'acquisto di "tutti i titoli necessari": un Qe potenzialmente illimitato.

Il 18 marzo, convocato a sorpresa, anche il Consiglio dei governatori della BCE aveva deciso un piano di misure straordinarie: un Qe da 750 miliardi tra titoli di debito pubblici e privati, da completare entro la fine del 2020, denominato Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP). Il 4 giugno la BCE amplia il Piano, portandolo a 1350 miliardi di euro di acquisti di titoli da effettuare entro la fine di giugno 2021.

Gli spread sul debito pubblico italiano si sono ridotti fortemente, anche per la deroga esplicita che è stata adottata rispetto alla "chiave di capitale", cioè alla effettuazione degli acquisti in proporzione alla partecipazione di ogni Stato al capitale della BCE.

Alla data del 4 agosto scorso, il totale degli acquisti già effettuati dalla BCE ammontava a 440 miliardi di euro, una cifra aggiuntiva rispetto agli acquisti effettuati sulla base del precedente Qe deciso sotto la Presidenza di Mario Draghi, per i quali si procede al rinnovo degli acquisti dei titoli alla loro scadenza.
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