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Moneta creata dal Nulla, Stati indebitati e Mercati con la Mannaia

Dalla Lotta di Classe al Conflitto tra generazioni


Per quanto riguarda i titoli di Stato italiani, a fine luglio risultavano esserne stati acquistati sulla base del PEPP per 73,4 miliardi di euro, su un totale di 384,8 miliardi: si è trattato del 19% rispetto ad una chiave di capitale del 13,8%.

In prospettiva, se la BCE dovesse comprare titoli pubblici italiani entro la fine del 2020 sulla base della chiave di capitale (13,8%) e dell'importo iniziale del PEPP di 750 miliardi, si arriverebbe a 103,5 miliardi. Se dovesse proseguire la maggiore generosità manifestata nei confronti dell'Italia per abbattere lo spread, si arriverebbe a ben 142,5 miliardi di euro: una cifra enorme, ampiamente superiore a quella prevista dal governo per finanziare i provvedimenti anticrisi.

A marzo, il Tesoro stimava per il 2020 emissioni nette di titoli a lungo termine per 47 miliardi di euro. Successivamente, la situazione del bilancio pubblico italiano ha subito un forte peggioramento dei saldi: il Governo ha infatti richiesto ed ottenuto dal Parlamento ben tre aumenti dell'indebitamento che era stato stabilito inizialmente dalla legge di bilancio per il 2020 in 39,4 miliardi di euro.

Il primo scostamento, determinato dal decreto Cura Italia, è stato di 20 miliardi di euro, tutti sull'anno; il secondo, derivante dal Decreto Liquidità, è stato di 55 miliardi di euro nel 2020 e poi di 25 miliardi nel 2021, di 33 miliardi dal 2022 al 2031 e di 29 miliardi dal 2032, per un totale di 155 miliardi. Il terzo scostamento, dovuto al Decreto Rilancio, ha avuto un impatto di 25 miliardi nel 2020 e successivamente di importi più limitati per tener conto delle spese per interessi.

Nel complesso, l'indebitamento netto del 2020, che è dato dalla differenza tra le entrate finali e le spese finali al netto delle operazioni finanziarie, misurando il differenziale con riferimento al momento economico in cui si compie ciascuna operazione (e non al momento in cui se ne effettua la regolazione finanziaria), si arriva a 139,4 miliardi di euro. E' una cifra intermedia tra i 103,5 ed i 142,5 miliardi di acquisti di titoli previsti da parte della BCE fino alla fine dell'anno: al mercato si chiede dunque poco o nulla.

In termini di saldo netto da finanziare, vale a dire della differenza tra le entrate finali e le spese finali che include per entrambe sia il conto capitale che le partite finanziarie (con esclusione solo delle voci relative all'accensione ed al rimborso dei prestiti), e dunque considerando anche gli oneri che graveranno effettivamente solo negli anni successivi, si arriva a 384 miliardi di euro, di cui 129 miliardi erano già previsti dalla legge di bilancio approvata a dicembre scorso: il volume complessivo degli interventi disposti per contrastare gli effetti della crisi è di 255 miliardi, di cui 155 derivanti dalle garanzie per prestiti alle imprese che sono state decise con il Decreto Liquidità. Anche in questo caso, la BCE copre ampiamente con i suoi acquisti tutto il sostegno all'economia.
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