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Ai Tacchini non piace il Natale

I Produttori di Energia Fossile non festeggiano la transizione ambientale


Certo, ci sono di mezzo altre questioni contingenti, come il boicottaggio del carbone australiano da parte della Cina: è ovvio che la produzione di carbone cinese sia diventata più costosa, visto che non si aprono nuove miniere da un giorno all'altro. Per evitare che i prezzi interni cinesi vadano troppo in alto, si bloccano temporaneamente alcune produzioni, a scacchiera: è comunque un pasticcio perché si interrompe la catena di produzione a valle.

Per evitare conseguenze economiche e sociali devastanti, anche il governo italiano è già intervenuto due volte con decreti legge, ma solo per calmierare le bollette per un trimestre. Si incrociano le dita, prevedendo l'ovvio: in primavera, cessati i consumi energetici dovuti all'uso dei sistemi di riscaldamento nel periodo invernale, i prezzi dovrebbero scendere.

Siamo già nel caos.La partita è complessa, e la dice lunga il fatto che siano state le parole del presidente russo Vladimir Putin ad acchetare i mercati in fibrillazione, dopo giorni in cui i prezzi del gas crescevano incontrollati: se ha promesso di intervenire per stabilizzarli, ha anche picchiato sulla politica energetica dell'Unione europea, accusandola di aver cambiato a suo esclusivo favore le regole del gioco, adottando il sistema delle aste per le forniture sul mercato europeo.

E' stata una risposta politica a chi, al contrario, da qualche mese ritiene che i prezzi del gas salgano per via del fatto che il fornitore ufficiale russo, Gazprom, non si presenta alle aste, determinando una rarefazione dell'offerta che ha come ovvia conseguenza un aumento incontrollabile dei prezzi.
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