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Chip & Chop

Tecnologia: conoscenza segregata e consumi estorti


Tutta una serie di accorgimenti di guida assistita, se non addirittura autonoma, dovevano renderlo sempre più plausibile. Miliardi di dollari e di euro sono stati spesi per ricerche tecnologiche, riempiendo le auto di sempre nuove servo-assistenze elettroniche che integrano, correggono e prevengono le decisioni del guidatore.


Accanto a tutte queste innovazioni tecnologiche, asseritamente giustificate dalla necessità di tutelare l'ambiente e di salvaguardare la vita umana, ci sono tanti apparecchi domestici che devono essere rottamati perché non riparabili, dai computer alle lavatrici, ai televisori.

Anche in questi casi, la componente elettronica è cruciale: cambiare il pannello di controllo, dove ci sono i chip, ha un prezzo elevatissimo. E così, anziché cambiarlo, perché aggiustarlo è stato reso impossibile, conviene comprare un apparecchio nuovo: la "obsolescenza programmata" è una tecnica che assicura un ciclo di rinnovo del prodotto e quindi una costanza del fatturato nel tempo.

Dagli Ogm in campo agricolo ai chip elettronici che hanno integrato l'intera manifattura meccanica, il progresso tecnologico è diventato l'unico strumento per creare ricchezza, per segregarla attraverso procedimenti di enorme complessità che sono in mano a pochissimi produttori ed attraverso la tutela del copyright ed il pagamento di royalty per le licenze d'uso.

Di converso, si assiste ad una leva estorsiva nei consumi: non solo le automobili tradizionali erano diventate sempre più care per via degli standard sempre più elevati, ma le penalizzazioni per quelle più inquinanti erano volte a farle rottamare anzitempo. Ma la loro rottamazione non deriva dalla obsolescenza meccanica, ma da quella di pochi elementi elettronici di controllo della carburazione, che non possono essere cambiati né aggiornati.
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