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Oltre la Banca Universale?

Troppi mestieri: pagamenti, prestiti, credito... meglio i titoli di Stato!


Bisogna fare più di un passo all'indietro: in primo luogo, si dovrebbe riconsiderare la funzione bancaria e quello del suo capitale: distribuire tutti gli utili negli anni buoni vuol dire privare le banche di un importante cuscinetto per ripianare le perdite negli anni meno positivi. L'investimento bancario dovrebbe essere improntato alla sicurezza di un valore stabile nel tempo piuttosto che all'obiettivo di incassare ricche cedole un anno e poi di subire forti perdite sul valore investito un anno dopo. La messa a riserva degli utili accrescerebbe il valore azionario e lo stabilizzerebbe. Le eventuali perdite di un esercizio andrebbero a gravare sulle riserve, limitando la caduta di valore del titolo azionario.

C'è poi un aspetto più complesso: capire se, e fino a quale punto, le Banche abbiano ancora la vocazione di accompagnare le imprese nel rischio. Non c'è dubbio che la risposta debba essere affermativa, ma che richiede una maggiore stabilità nella raccolta della provvista. I conti correnti, oggi, non sono affatto uno strumento di allocazione del risparmio, ma della liquidità che serve ai pagamenti. Solo una quota molto limitata di questi depositi rimane a fine mese: le banche lo sanno perfettamente. Certo, c'è nel complesso tra dare ed avere una giacenza estremamente elevata di liquidità, e si sta facendo di tutto per evitare che si usino i contanti: sottrarre la liquidità alle banche, ritirandoli dai conti correnti, significa imporre loro di liquidare impieghi che rendono assai bene.

Occorre ripensare il sistema: quello dei pagamenti elettronici è diventato estremamente consistente, ed alimenta assai bene i conti delle Banche che si fanno pagare commissioni consistenti su ogni movimento. E' una liquidità che fluttua, da un conto all'altro, ma con il credito non ha niente a che vedere. Il credito commerciale è già problematico, viste le condizioni generali delle aziende, con costi di gestione sempre più elevati per via delle bollette energetiche. Di credito a medio e lungo termine, è quasi meglio non parlarne: le imprese tentennano, e le banche ancor di più. Meglio non rischiare.

Tutto si rafforza nello statu quo: la negazione della funzione della impresa e delle Banche.

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