Facebook Pixel
Milano 8-mag
34.151,41 -0,27%
Nasdaq 8-mag
18.085,01 -0,04%
Dow Jones 8-mag
39.056,39 +0,44%
Londra 8-mag
8.354,05 +0,49%
Francoforte 8-mag
18.498,38 +0,37%

Da Delors a Schäuble, Utopia europea e Distopia

Dal Grande Architetto dell’Unione al Grande Difensore dei Creditori


Il Sogno di Jacques Delors si era trasformato in un Incubo.

Alla crisi profondissima del biennio 2010-2011, si pose rimedio con una stretta feroce: invece di imporre il riequilibrio nei rapporti commerciali e finanziari tra gli Stati, una regola che avrebbe chiuso la strada all'arricchimento continuo di cui aveva beneficiato la Germania attraverso l'euro che non consentiva più svalutazioni di aggiustamento, fu il Ministro delle Finanze dell'epoca, Wolfang Schäuble, a contribuire in modo determinante alla definizione delle nuove regole di rigore assoluto da imporre agli Stati, con il pareggio strutturale dei bilanci imposto modificando le Costituzioni degli Stati e verificato dalla Commissione europea attraverso il Fiscal Compact, un Trattato parallelo a quello europeo, che imponeva la riduzione di un ventesimo l'anno dell'eccedenza di debito rispetto all'obiettivo del 60%.

Nelle riunioni dell'Ecofin, Schäuble fu inflessibile con i debitori, in primo luogo con la Grecia: la Germania, che aveva già perduto molti capitali investendo in titoli americani travolti dalla crisi del 2008, non si sarebbe certo fatta beffare dai creditori europei. Avrebbero dovuto pagare tutto, fino all'ultimo euro, i loro debiti: gli strumenti di sostegno, dall'EFSM con la Troika composta dalla Commissione Europea, dalla Bce e dal Fmi, fino al MES, erano condizionati alla adozione di profonde riforme ma soprattutto alla cessione di ogni tipo di asset in mano agli Stati, dai porti alle ferrovie, alle autostrade.

L'austerità sfrenata fu imposta all'intero Continente, determinando l'abbattimento dei ritmi di crescita e profonde ristrutturazioni fiscali e sociali: con le misure di austerità imposte in Italia dal governo Monti nel 2012, non solo cademmo in una recessione ancora più profonda da quella determinata dalla crisi americana del 2008, ma fu distrutta strutturalmente la domanda interna ed imposta la deflazione salariale per favorire le esportazioni. Un riequilibrio pagato a prezzo durissimo.
Condividi
"
Altri Editoriali
```