(Teleborsa) - Torna di moda la pratica delle scatole cinesi, strategia operativa seguita assiduamente in passato dalle famiglie imprenditoriali italiane, per controllare grandi aziende con modesti capitali. Chi non ricorda il controllo dell'Olivetti tramite la CIR e la Cofide, da parte di De Benedetti o il controllo della Fiat, tramite la IFI, cassaforte della famiglia Agnelli? Questa volta però il tratto distintivo delle nuova scatole cinesi ne riconduce la paternità allo Stato e più precisamente alla Cassa Depositi e Prestiti.
Negli anni passati il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il MEF, ha infatti conferito in Cassa depositi e prestiti, diverse partecipazioni in società strategiche, allo scopo di fare liquidità per limare il debito pubblico, senza necessariamente perderne il controllo.
Successivamente la stessa CdP, ha creato una holding, CdP Reti, in cui far confluire le sue partecipazioni, mantenendone il controllo con l'80,1% e cedendo la quota rimanente a fondazioni bancarie. Tramite questa nuova realtà CdP controlla adesso il 30% di Snam Rete Gas e presto anche il 29,9% di Terna; gestori rispettivamente della rete di distribuzione del gas e dell'energia elettrica.
Lo scorso 29 novembre è stato infine annunciata l'intenzione di CdP di voler aprire agli investitori privati per collocare il 49% del capitale di CdP Reti. Se quest'intenzione si concretizzerà il MEF controllerà il 12% delle due società di distribuzione, senza metterne a rischio la scalata, detenendo di fatto il 30% dei diritti di voto.
Altri annunci da parte del MEF, come quello del 12 dicembre scorso, confermano l'orientamento statale di voler cedere a CdP Reti altre partecipazioni per cassa senza perdere il controllo delle società partecipate. In tal senso nel 2014 il Mef avrebbe intenzione di cedere a CdP Reti la partecipazione in Poste italiane. Anche Enel nel recente passato ha seguito questa strategia con Enel Green Power, per poi cedere al mercato le quote di minoranza.
Ora il MEF controlla il 31,3 per cento di Enel, che a sua volta controlla il 69,7 per cento di Enel Green Power. La strategia di fondo è dunque chiara: lo Stato italiano, con gli stringenti fabbisogni finanziari attuali e l'incapacità di voler legiferare sul tema della doppia tassazione dei dividendi infragruppo, che negli Stati Uniti hanno fatto contrarre il fenomeno delle scatole cinesi, ricorrerà probabilmente alla creazione di gruppi piramidali come strumento per fare cassa senza perdere il controllo. Tutto alla luce del sole e in linea con quanto storicamente fatto dalle principali famiglie italiane.