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Il Quantitative Easing della BCE: cos'è e perché i tempi non sono maturi?

Economia
Il Quantitative Easing della BCE: cos'è e perché i tempi non sono maturi?
(Teleborsa) - Sale l'attesa per la conclusione della riunione di politica monetaria della BCE, che mai come questa volta ha gli occhi del mondo intero puntati su di sé, perché dalla ripresa dell'Eurozona dipendono le sorti di tutto il mondo Occidentale (e non...).

In effetti, gli ultimi dati del PIL della Zona Euro fanno pensare, avendo evidenziato una "non crescita", mentre l'Italia ha accusato una contrazione dello 0,2%, in linea con la Germania, che viene da tutti considerata l'economia più solida del Vecchio Continente.

A preoccupare di più, però, è l'inflazione che non c'è, anzi, la deflazione imperante nell'Europa Continentale, una situazione che si verifica in periodo di grande crisi, quando la domanda di beni e servizi ristagna e così i prezzi.

Per molti, l'unica chance delle autorità di politica monetaria sarebbe quella di creare un po' di inflazione "artificiale", inondando il sistema economico di moneta sonante e creando, come effetto collaterale voluto, un po' di inflazione. Questo significherebbe lanciare il tanto sospirato quantitative easing, ma secondo gli esperti ormai la misura non basterebbe più per dare un effetto energizzante all'economia.

Cosa accadrà oggi? Per molti i tempi non sono ancora maturi per le "misure straordinarie" promesse a più riprese da Mario Draghi, che probabilmente passerà la mano anche su un ulteriore ritocco all'ingiù dei tassi (oggi il costo del denaro in Ue è ai minimi storici allo 0,15%).

Gli economisti, salvo il pronosticare qualche misura a carattere perlopiù simbolico, sembrano credere maggiormente sulla possibilità che la BCE cambi il tono delle sue raccomandazioni, insistendo sulla possibilità di varare un piano di portata più ampia, salvo verificare prima gli effetti indotti dalla recente svalutazione dell'euro, che da sé potrebbe favorire una piccola ripresa dell'inflazione.
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