(Teleborsa) - Sembra proprio che le raccomandazioni a far presto di Giorgio Napolitano siano cadute nel vuoto: le
nomine dei giudici della Consulta e del Consiglio Superiore della Magistratura continuano a produrre fumate nere, rischiando di rallentare anche l'iter di alcuni importanti provvedimenti che richiedono il vaglio dei due organi.
La partita più spinosa resta quella della Corte Costituzionale. Se il PD e Forza Italia hanno agevolmente trovato la quadra sui due candidati (il dem Luciano Violante e il deputato di Forza Italia Antonio Catricalà, poi sostituito da Donato Bruno dopo il
suo inatteso ritiro), la stessa cosa non si può dire per l'intero Parlamento.
Anche ieri gli onorevoli, riuniti in seduta comune, non sono riusciti a raggiungere il quorum dei 3/5 dell'Assemblea, anche se per pochi voti. Così
Violante e Bruno dovranno attendere giorni migliori per sedere in Consulta.
A rilento anche le
nomine a Palazzo dei Marescialli, dove devono essere scelti ancora
due giudici laici sugli otto mancanti.
Ieri la situazione si è inceppata su
Luigi Vitali (FI), in quanto coinvolto in una serie di procedimenti giudiziari. Immediata la denuncia del
Movimento 5 Stelle che definisce la scelta "imbarazzante". "Nell'organo di autogoverno della magistratura entrerebbe una persona che può decidere in merito alla sorte dei giudici che lo stanno processando", spiegano i grillini in una nota.