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Jobs act, sindacati soddisfatti per calendari nuovi incontri. Cgil: "nessuna novità"

Politica, Welfare
Jobs act, sindacati soddisfatti per calendari nuovi incontri. Cgil: "nessuna novità"
(Teleborsa) - Il premier Matteo Renzi ha parlato stamane di "sorprendenti punti d'intesa" con i sindacati sul Job Act, ma così non sembrano pensarla Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

La Cgil conferma il "giudizio negativo sul modo in cui si sta compiendo l'intervento sul lavoro". "Il governo ci ascolta ma poi decide unilateralmente", ha spiegato il leader della Cgil Susanna Camusso.
"Devo dire che l'unica vera novità di questa mattina è l'indicazione che potranno esserci altri incontri, sui contenuti ci sono cose note che non determinano un cambiamento della posizione della Cgil", ha dichiarato la Camusso al termine dell'incontro lampo con il premier Matteo Renzi, confermando lo nodo sciopero generale del 25 ottobre.
"Dopo sette mesi dall'insediamento del Governo - ha aggiunto - il presidente del consiglio ha incontrato i sindacati. Ha proposto una carrellata sull'insieme dei provvedimenti in discussione e anche su alcune voci della legge di Stabilità".
Totale il dissenso del sindacato "sull'intervento sull'dell'articolo 18 e sul demansionamento dei lavoratori".

Soddisfatto il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan, che ha "riscontrato una disponibilità al confronto: avere la certezza che sui temi di lavoro, contrattazione e rappresentanza si dialoga con il sindacato lo vediamo come valore aggiunto". La Furlan ha parlato poi della "positività di aver messo a calendario degli incontri. Il fatto di avere una data su legge di Stabilità e incontri con Poletti sulla delega lavoro e decreti attuativi può rappresentare un momento di svolta nel rapporto tra Governo e parti sociali".
Il segretario generale aggiunto della Cisl ha visto poi delle "aperture" anche sull'articolo 18, che prevede il reintegro per i licenziamenti discriminatori e anche disciplinari, ma indicando la fattispecie.

Il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha dato all'incontro una "valenza più politica che sostanziale". "Se la sostanza ci sarà, lo vedremo nel concreto nei prossimi incontri su legge di stabilità e delega lavoro", ha dichiarato Angeletti che sembra appoggiare la scelta di inserire il nodo TFR - Trattamento di Fine Rapporto - in busta paga proposta da Renzi. "L'anticipo del TFR in busta paga si farà solo se ci sarà l'ok delle piccole e medie imprese (pmi)", ha dichiarato il sindacalista, specificando che il TFR "è un salario differito dei lavoratori, un salario contrattato e che i lavoratori devono essere liberi di potere destinare i salari a seconda specifiche esigenze. La risposta di Renzi è stata chiara: siamo favorevoli che soldi possano essere liberamente utilizzati, possibilmente spesi, se le pmi sono disponibili lo faremo se no non lo faremo".
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