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Russia, Putin perde il suo più grande alleato: il petrolio

Economia, Politica
Russia, Putin perde il suo più grande alleato: il petrolio
(Teleborsa) - Il calo dei prezzi del petrolio sta privando il presidente russo, Vladimir Putin, del suo più grande alleato.

Il petrolio è stata la chiave di Putin per afferrare il potere da quando ha preso il posto di Boris Eltsin nel 2000, alimentando un boom economico che è salito fino al 7% annuo di media, nel periodo 2000-2008.

Ora, con la crescita economica vicina allo zero, la Russia è scossa dalla sanzioni da parte degli Stati Uniti e l'Unione europea per le note vicende ucraine e da un rublo al minimo storico.

Putin, la cui popolarità ha toccato un picco di oltre l’80% per cento nei sondaggi, in occasione dell’annessione della Crimea, è adesso a corto di risorse per aumentare le pensioni statali e i salari dei lavoratori, mentre le aziende colpite dalle sanzioni cercano aiuti di Stato per mantenere i loro livelli di spesa.

"La sua popolarità resta elevata, ma anche una persona come Putin, che conduce una politica rischiosa, deve capire i limiti della pazienza delle persone, delle imprese e della classe politica", ha detto Olga Kryshtanovskaya, un sociologo presso l'Accademia Russa delle Scienze a Mosca. "E’ difficile pensare che Putin non possa perdere la faccia in un contesto del genere, pur mantenendo il sostegno del suo popolo."

I prezzi del Brent sono scesi di oltre il 20% da giugno e il taglio di miliardi di dollari di entrate fiscali per l’esportazione del greggio, sono una voce troppo importante per Russia. Il bilancio cadrà in deficit il prossimo anno se il petrolio quoterà ancora sotto i 104 dollari al barile, secondo la banca d'investimento russa Sberbank. A 90 dollari al barile la Russia avrà un deficit dell’1,2% per cento del suo PIL e i prezzi del greggio sulle consegne di novembre sono scesi ieri del 4,3% per stabilizzarsi a 85,04 dollari a Londra.

La Russia ha speso questo mese circa 6 miliardi di dollari per interventi sul mercato valutario, cercando di difendere il rublo.

La più grande compagnia petrolifera russa, Rosneft, il produttore di gas Novatek e il loro più grande finanziatore, Sberbank, sono tra le aziende più importanti colpite dalle sanzioni.
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