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Il web diventa il porto franco del "falso" Made in Italy agroalimentare

Economia
Il web diventa il porto franco del "falso" Made in Italy agroalimentare
(Teleborsa) - Dalla mortadella prodotta negli Stati Uniti, al kit per preparare il Parmigiano, per concludere con le polverine per preparare i vini DOC italiani (Chianti e Barolo), gli "orrori" del falso Made in Italy acquistabili online sono numerosissimi. E’ quanto emerge dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.

Dal rapporto emerge che, nel 2014, l’incremento dell'e-commerce nel nostro Paese è stato del 17% rispetto all’anno precedente, per un volume economico pari a 13,2 miliardi di euro, con il settore agroalimentare che si colloca, forse a sorpresa, al secondo posto, tra quelli che pesano maggiormente sulle vendite online con una quota del 12%.

Accanto ad esperienze di successo, però, vi sono anche le cosiddette "bufale" offerte dalla rete, che viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell’Italian sounding. Un business che vale 1 miliardo di euro, secondo l'associazione degli agricoltori.

Tra gli alimenti per i quali si riscontrano frodi più frequenti ci sono i prodotti tipici della tradizione locale e regionale (32%), i prodotti DOP e IGP (16%) ed i semilavorati come insaccati, sughi, conserve (12%).
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