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Siria e la politica del doppio binario di Putin

Politica
Siria e la politica del doppio binario di Putin
(Teleborsa) - Nell'albergo sopra le montagne di Sochi, dove nel 2014 si è tenuto l'ultimo G8 con la partecipazione russa, Putin e tutto l’entourage del suo governo, hanno incontrato ieri autorevoli analisti internazionali, nel tradizionale appuntamento di Valdai. Un contesto utile per Putin e gli alti funzionari russi, per scambiarsi opinioni e giudizi sull’operato politico dell’intero anno.



Ovviamente l’argomento più gettonato è stato quella della Siria e una spiegazione sulle intenzioni della Russia nell’intera area medio orientale.

In primo luogo, il Presidente Putin e altri alti funzionari del Cremlino hanno insistito che la vittoria militare in Siria non era il vero obiettivo di Mosca. Per questo era necessario creare una pista diplomatica parallela e spingere per una più grande aggregazione, coinvolgendo attori globali come gli Stati Uniti, i paesi limitrofi come l'Iran e Arabia Saudita e, come avanzato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, “una gamma completa di attori dell’opposizione" .

Il presidente Putin ha detto che l’obiettivo primario della Russia in Siria è stato quello di liberarla dai terroristi e impedire la presa del controllo dell'Isis su Damasco e sull'intero paese.

Oltre a ciò l’obiettivo dichiarato è quello di neutralizzare gli estremisti di delle varie frange terroristiche legate ad al-Qaeda e di tutte le cellule minori che in qualche modo potrebbero danneggiare lo stato Siriano.

Nella prima parte del suo intervento Putin ha respinto fermamente di voler attaccare tutte le formazioni ostili al regime del leader siriano Assad, ma ha ammesso di non vedere alcuna differenza tra il terrorismo moderato e quello estremo, accusando infine gli Stati Uniti di fare un pericolo doppio gioco, armando alcuni gruppi e bombardandone altri.
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