(Teleborsa) - Nessuna sorpresa dal settore industriale dell'Eurozona, che
si conferma in rallentamento a inizio 2016.
A
gennaio il valore finale del relativo
PMI manifatturiero elaborato da
Markit è stato
confermato a quota 52,3 punti, come anticipato nella
stima flash e atteso dagli analisti.
Il dato scala dunque le marce rispetto a
dicembre, quando si era portato a
53,2 punti.
Va comunque rilevato che l'indicatore si trova
sopra la soglia neutra dei 50 punti - che separa l'espansione dalla contrazione -
da 31 mesi consecutivi.
Quanto ai singoli Paesi dell'Eurozona, il valore più elevato appartiene alla
Spagna (55,4 punti, massimo di 8 mesi, che torna in cima alla classifica per la prima volta da gennaio 2005. Seguono l'
Irlanda (54,3 punti, massimo su 6 mesi) e l'
Italia (53, punti, massimo su 4 mesi).
In miglioramento a 52,3 dai 52,1 della stima flash il PMI della
Germania, che tuttavia sosta sui minimi di 3 mesi, mentre il dato della
Francia è stato confermato a 50 punti (minimo su 5 mesi).
"Dopo aver registrato crescite più veloci per tre mesi consecutivi, durante l’inizio del 2016 si è inceppata l’economia manifatturiera dell’Eurozona" ha commentato
Chris Williamson, capo economista presso Markit, spiegando che "il tasso di crescita è crollato dal valore maggiore in 20 mesi registrato a fine 2015" e che anche la crescita dei nuovi ordini, esportazioni e produzione ha registrato
rallentamenti.
Williamson si è detto molto preoccupato per le minacce di deflazione, che potrebbe diventare "una costante". "Così come stanno le cose i dati dovrebbero aggiungere pressioni alla BCE circa l’immissione di piani di stimolo già a marzo", rileva.