(Teleborsa) - Nella seconda città dell'Isola di Cuba
l'ultimo atto pubblico di omaggio a Fidel, presenti le sue ceneri, dopo i giorni di lutto nazionale per la morte del Lider Maximo.
In più di 50 mila cubani, molti giunti appositamente soprattutto da altri stati del centro e Sud America, hanno ascoltato commossi le parole del fratello Raul, da tempo alla guida della Nazione, entusiasmandosi nell'ascoltare la storica frase in difesa del socialismo,
"Si, se puede". Poi esequie in forma strettamente privata, come disposto dallo stesso scomparso protagonista della storica rivoluzione i cui effetti si protraggono da quasi 60 anni.
"Di fronte alle ceneri di Fidel, giuriamo di difendere la patria e il socialismo", ha detto Raúl Castro. Un breve discorso di omaggio al fratello, con cui l'attuale Presidente di Cuba ha rivelato che per la stessa volontà del leader storico della rivoluzione cubana saranno proibite strade o monumenti pubblici intitolati alla memoria di Fidel Castro.
"Il leader della rivoluzione - ha spiegato Raúl -
ha sempre rifiutato qualsiasi manifestazione di culto della personalità e fu conseguente con questa idea fino alle ultime ore della sua vita, ribadendo che una volta morto il suo nome e la sua figura non fossero mai utilizzati per nominare istituzioni, piazze, parchi, viali, vie o altri luoghi pubblici, né che fossero eretti in sua memoria monumenti, busti, statue o altre forme di omaggio". Rimarrà soltanto una
grande pietra di marmo con sopra l'urna con le ceneri, la sua tomba,
a Santiago de Cuba, nella parte orientale dell'isola caraibica, non lontano dal
villaggio Biran dove Fidel nacque, e vicino a quella "Caserma Moncada", luogo dove iniziò la sua rivoluzione. Tomba realizzata all'interno del "cementerio"
di Santa Efigenia, accanto al mausoleo di José Martí, venerato dai cubani quale apostolo dell'indipendenza dell'Isola alla fine dell'Ottocento.
José Martí, politico, scrittore e rivoluzionario cubano,
ma soprattutto eroe nazionale, dopo una vita spesa per l'indipendenza della sua Isola,
l'11 aprile aprile 1895 sbarcò a Cuba con un reparto di esuli ribelli fra cui il Generalísimo Máximo Gómez. José Martí venne ucciso dalle truppe spagnole durante la Battaglia di Dos Ríos del 19 maggio. È sepolto, appunto, nel Cementerio Santa Efigenia a Santiago di Cuba. Durante tutto il corso della sua vita, lo scrittore e poeta cubano si oppose al coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra per l'indipendenza di Cuba, riferendosi allo stato americano come al "Golia delle Americhe". La Guerra ispano-americana iniziò e terminò circa tre anni dopo la sua morte.
La decisione di allestire la tomba di Fidel Castro nel
cementerio di Santa Ifigenia accanto a José Martí è stata lo spunto per le mai sopite polemica tra il regime e l'opposizione in esilio. "Così la frode storica continua", ha detto lo storico cubano Carlos Alberto Montaner, che vive da anni fuori dall'Isola.
Per Montaner, José Martí come gli altri eroi dell'indipendenza, da Antonio Maceo a Carlos Manuel de Cespedes, appartengono a tutti i cubani mentre Fidel Castro no, vista la grande diaspora che seguì la vittoria della rivoluzione. "Fidel era il miglior discepolo di Martí", sostengono da parte loro gli storici di opinione opposta. Una controversia destinata a durare negli anni.