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Individuata un'altra vittima all'interno dell'albergo. Salgono a 6 i morti accertati del Rigopiano

Ambiente, Clima
Individuata un'altra vittima all'interno dell'albergo. Salgono a 6 i morti accertati del Rigopiano
(Teleborsa) - Un'altra vittima della valanga. I vigili del fuoco ne hanno individuato il corpo all'interno dell'Hotel Rigopiano. Si tratta di un uomo. Salgono così a 6 i morti sinora accertati. E' emerso intanto che sin dalle prime ore del mattino di mercoledì 18 dicembre era evidente come la situazione all'interno dell'albergo fosse divenuta oltremodo difficile per il perdurare della forte nevicata.

Una email del direttore dell'hotel inviata il mattino del 18 gennaio al Sindaco di Farindola e alle altre autorità preposte alla sicurezza segnalava come la situazione si fosse ulteriormente aggravata per le forti scosse di terremoto e dal momento che tutte le strade risultavano bloccate, Bruno Di Tommaso aveva scritto: "Gli ospiti vogliono ripartire ma non possono per le strade bloccate", segnalando che perdurando l'isolamento, le scorte d gasolio per alimentare i generatori di energia elettrica si sarebbero presto esaurite. L'alimentazione dalle rete era infatti interrotta. Ma nessuna risposta, nessun intervento.

Ecco il testo della email con la richiesta di aiuto: "Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d'accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro".

Ma il caos generato dalla nevicata e dalle violente scosse di terremoto, unitamente alla penuria di mezzi e, perché no, pure a a disorganizzazione aggravata dalle migliaia richieste di aiuto che giungevano da ogni parte, ha fatto sì che l'emergenza di Rigopiano non ricevesse l'attenzione che meritava. Eppure una turbina spazzaneve non era lontana e lavorava a ritmo incessante per sgombrare la strada, non andando oltre il bivio per Rigopiano. Nonostante le richieste pressanti.

"A Rigopiano non si va", avrebbe sentenziato un funzionario di una non meglio identificata con certezza "sala operativa". E nessuno c'è andato. Ma sono voci. Sarà la magistratura ad accertare come siano andate le cose e ci siano responsabilità di qualcuno.

"Penso che, entro una settimana saremo in grado ragionevolmente di fare un primo punto sulle indagini", ha detto il Procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, annunciando che entro fine gennaio, insieme all'altro magistrato che si occupata delle tragedia di Rogopiano, il sostituto procuratore Andrea Papalia, tireranno le somme, benché parziali, sul materiale raccolto in questi giorni. Già diversi i faldoni ricchi di documenti utili all'inchiesta.

Intanto in quota, all'albergo, i lavori di scavo proseguono, ma da quel che resta dell'hotel Rigopiano al momento ancora nessuna novità di rilievo, oltre l'individuazione della sesta vittima della tragedia. Il bilancio è così salito a 6 morti, 11 sopravvissuti tra cui 4 bambini, 23 i dispersi. Sempre 23 i dispersi nonostante l'accertamento della nuova vittima. Si è infatti saputo che al Rigopiano si trovava per lavoro anche un giovane senegalese, non incluso nel primo elenco dei presenti.

E nonostante il trascorrere delle, la speranza di trovare ancora in vita qualcuno non è certamente svanita. Le condizioni dei sopravvissuti sono buone, anche di chi è ricoverato in ospedale. Alcuni dei sopravvissuti hanno raccontato la tremenda esperienza imprigionati al buio e al freddo, utilizzando per bere la neve che scioglievano tra le mani.

Secondo i dati elaborati dai Carabinieri forestali del servizio Meteomont, l'effetto della valanga sull'albergo è stato l'equivalente all'urto di 4000 Tir carichi con circa 120 mila tonnellate di peso a una velocità compresa tra i 50 e i 100 chilometri all'ora.

Titti Postiglione, Capo Servizio Emergenze della Protezione Civile, aveva detto nella mattinata di oggi, domenica 22 gennaio, che "le condizioni del tempo non permettono il volo degli elicotteri, in ogni caso molto utili per monitorare sul rischio di ulteriori valanghe che potrebbero mettere in grave pericolo gli stessi soccorritori". Aggiungendo che "d'altra parte la quota neve si è alzata e questo consente migliori condizioni di lavoro", confermando poco fa che non ci sono novità sul fronte ritrovamenti. Poi una schiarita ha permesso agli elicotteri di riprendere il volo fino al tramonto.

Si scava sempre senza sosta consultando mappe e planimetrie dell'albergo che non trovano tuttavia riscontro nella realtà devastata dall'immenso, incredibile, ammasso di neve che si è abbattuto alle 5 della sera di mercoledì 18 gennaio sull'hotel Rigopiano, a 1500 metri di altezza nel Comune di Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso. Fa molte freddo, la notte scorsa ha di nuovo nevicato. Il maltempo imperversa.

La speranza che almeno qualcuno dei dispersi da forza al Gruppo dei soccorritori. Anche se le parole di uno dei 4 bambini miracolosamente estratti vivi dopo lunghe ore di "prigionia" tra ghiaccio e detriti non lasciano intender nulla di buono. "No, non urlava nessuno dalla stanza del bar accanto a dove ci trovavamo noi per giocare a biliardo dove erano rimasti tutti gli adulti, solo la mamma di Samuel...", ha detto mentre in auto veniva portato in ospedale dai soccorritori. Il lavoro prosegue incessante tra "pericoli estremi", come ha ancora una volta sottolineato il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

Giampiero Parete, scampato alla furia della valanga perché in quel momento uscito dall'albergo per prendere dall'auto un'aspirina per la moglie Adriana Vercerao che non si sentiva bene, è ancora in ospedale, quasi incredulo che appunto la moglie e i due figlioletti Gianfilippo e Ludovica siano stati tirati fuori vivi da quell'inferno. "Grazie di cuore a tutti, un abbraccio". Così ha risposto su Facebook alle centinaia di messaggi che continuano ad arrivare sul suo profilo social.

All'Angelus, a Roma, a mezzogiorno in piazza San pietro, Papa Francesco ha rivolto parole di incoraggiamento ai soccorritori e un pensiero alle vittime del sisma e del maltempo, ringraziando quanti si stanno prodigando negli aiuti: "Sono vicino con la preghiera e con l'affetto alle famiglie che hanno avuto vittime tra i loro cari - ha detto il papa con commozione - e incoraggio quanti sono impegnati con grande generosità nelle opere di soccorso e di assistenza; come pure le Chiese locali, che si prodigano per alleviare le sofferenze e le difficoltà".









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