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Rifiuti, un settore che vale 10 miliardi ma solo 1 va all'economia circolare

Economia
Rifiuti, un settore che vale 10 miliardi ma solo 1 va all'economia circolare
(Teleborsa) - La trasformazione dell’industria italiana del waste management e gli obiettivi europei al 2030 in corso di definizione rendono necessario il disegno di una strategia nazionale per i rifiuti.

Politiche aziendali, sistema di governance, finanziamento degli investimenti sono i temi chiave per lo sviluppo del settore che sono stati al centro del dibattito, durante la presentazione del WAS Annual Report 2017, elaborato da Althesys e presentato oggi a Roma nell'iniziativa "Rifiuti, una strategia nazionale verso il 2030".

Il valore della produzione dei soli 100 top player nei rifiuti urbani ammonta nel 2016 a quasi 7 miliardi e mezzo di euro, con un aumento del 3,8% sul 2015, più del doppio dell'aumento della nostra economia, fissato all'1,5%. Se poi a questi numeri si aggiungono quelli del comparto della selezione a valle della raccolta differenziata, la cifra complessiva sfiora i 10 miliardi.

A finanziare questo settore di primaria importanza è ancora una volta la tassa/tariffa riscossa dai Comuni o dalle aziende. E il sistema non favorisce una corretta e sostenibile gestione dei rifiuti, pur costando non poco ai cittadini. La tariffa puntuale, infatti, che dovrebbe incentivare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini nella raccolta differenziata, è ancora poco diffusa e pesa soltanto per il 3,3% sul totale delle entrate da tassa/tariffa. Anche l'ecotassa sulle discariche è molto più bassa che nel resto d'Europa (in totale, meno di 127 milioni di euro, per una media di 17 euro a tonnellata, a fronte di una media europea di circa 80) e solo una parte minima (18%) è riservata ad interventi in ambito ambientale. Insomma, il sistema non spinge nella direzione dell'economia circolare, come richiesto dalla UE.
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