(Teleborsa) -
Il petrolio prosegue risoluto la sua corsa, galvanizzato sia dalle
proteste anti regime che imperversano in Iran, sia dalla scommessa di una
riduzione delle scorte USA legata all'ondata di gelo che ha investito gran parte del Nordamerica.
Il greggio è volato sopra i 63 dollari, con il più vicino contratto sul Light Crude statunitense che scambia sui massimi a 63,39 dollari al barile, in aumento dello 0,68%. Stessa direzione per il Brent che avanza dello 0,35% a 69,06 dollari, avvicinando la soglia psicologica dei 70 USD.
Guardando alla situazione delle scorte USA, l'ultimo rapporto dell'EIA del 5 gennaio ha evidenziato una riduzione degli stocks molto superiore alle aspettative (-7,4 milioni contro i -5,1 milioni attesi) mentre il rapporto dell'organizzazione privata API pubblicato ieri segnala una variazione di -11,2 milioni di barili contro i -3,9 attesi. Ora si guarda al report dell'EIA di questa settimana, che sarà pubblicato nel pomeriggio, con una stima di consensus a -3,9 milioni.
In merito alla
situazione in Iran, il mercato attende con ansia la scadenza del termine fissato dal presidente USA Donald Trump in merito alle
sanzioni legate all'accordo sul nucleare, mentre restano alte le tensioni sociali e le proteste contro l'attuale regime.