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Società quotate: calano gli investitori istituzionali, aumentano le donne

Lo dice il Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane per il 2017

Economia
Società quotate: calano gli investitori istituzionali, aumentano le donne
(Teleborsa) - Sempre meno partecipate da investitori istituzionali, sempre più a presenza femminile, continua riduzione della separazione tra proprietà e controllo. Sono alcune delle caratteristiche emerse nella foto scattata da Consob alle società quotate in Italia.

Per quanto riguarda i modelli di controllo e gli assetti proprietari, le evidenze relative alle 230 società quotate sul Mercato Telematico Azionario (MTA) a fine 2016 confermano la netta prevalenza di emittenti (circa 7 casi su 10) nel cui azionariato è presente un socio di riferimento (di maggioranza assoluta o relativa del capitale).

Le famiglie continuano a controllare la maggior parte delle imprese (146 società, appartenenti principalmente al settore industriale, per una capitalizzazione pari al 33% del mercato), seguite da Stato ed enti locali (21 società, operanti per lo più nel settore dei servizi, per una capitalizzazione pari al 36% del mercato), mentre nel 18% dei casi, relativi prevalentemente al comparto
finanziario, non è individuabile un controllante.

A fine 2016 gli investitori istituzionali detengono partecipazioni rilevanti in 61 società. Il dato conferma la flessione nel numero di società partecipate dagli investitori istituzionali, già delineatasi nel biennio precedente per effetto della netta e progressiva diminuzione della presenza di investitori italiani solo parzialmente compensata dalla maggiore presenza di investitori esteri.

La quota media di capitale detenuta da investitori istituzionali rilevanti nelle società partecipate è pari nel 2016 al 7,5%, in leggera flessione rispetto agli anni precedenti.

Continua a ridursi il ricorso a strumenti di separazione tra proprietà e controllo. A fine 2016, infatti, l’80% delle società non appartiene ad alcun gruppo piramidale od orizzontale (il dato si attestava al 56% nel 1998), mentre solo il 16,5% fa parte di un gruppo verticale (39% nel 1998).

Poco più dei due terzi degli emittenti, soprattutto di maggiori dimensioni, conta almeno un amministratore titolare di incarichi di amministrazione in altre società quotate (interlocker).

In materia di board diversity, a fine giugno 2017 la presenza femminile ha raggiunto un terzo del totale degli incarichi di amministratore (33,6%), quota obiettivo della legge 120/2011.

Le donne ricoprono la carica di amministratore delegato in 17 emittenti a bassa capitalizzazione, mentre presiedono l’organo amministrativo in 26 società di più elevata dimensione, rileva il Rapporto.

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