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Perché la Blockchain piace a tutti, comprese le banche

Finanza, Fintech
Perché la Blockchain piace a tutti, comprese le banche
(Teleborsa) - Quando si parla di blockchain si pensa subito al bitcoin, tema FinTech sempre sotto la lente, costantemente sottoposto ad attento e critico esame. La storia insegna che è sempre consigliabile fare molta attenzione quando si scommette con qualsiasi cosa che aumenta il prezzo in modo parabolico; i rischi sono sempre molto alti. Politici, manager e esperti hanno affrontato spesso la questione con opinioni non troppo lusinghiere sull'argomento.

Se le valutazioni sul bitcoin - e le criptovalute in generale - possono essere opinabili la questione della blockchain però incomincia mettere d’accordo quasi tutti.

Nata come sottostante all'uso del più noto bitcoin, la blockchain offre potenzialità che stanno superando quella che era la sua funzione originale: confermare le transazioni delle criptovalute.

Facendo un po’ di ordine; paragonando una criptovaluta ad una moneta, la blockchain potrebbe essere equiparata ad un database bancario. Ogni transazione è archiviata in un registro composto da numerosi Blocchi, collegati in rete, che trascrivono e confermano ogni parte delle transazioni in modo totalmente sicuro, verificabile e permanente. Un database condiviso ma separato, la cui inviolabilità è garantita dai nodi interconnessi nella rete.

La robustezza della blockchain quindi consentirebbe l'autenticazione non solo di valuta ma anche di qualsiasi transazione senza che questa debba essere guidata o garantita da un'autorità centrale.

Un potenziale enorme che pone le grandi istituzioni finanziarie di fronte a un dilemma: come sfruttare il decentramento e la solidità che offre la blockchain?

Goldman Sachs e JP Morgan sono stati tra i primi ad aderire ad una collaborazione per implementare lo studio della distributed ledger technology (Dlt) nei sistemi finanziari; ad oggi si annoverano un centinaio di banche internazionali – Bank of America, Hsbc, Ubs su tutte - tra cui tre italiane UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banca Mediolanum ad aver aderito a loro volta ad un consorzio per lo sviluppo delle architetture dei sistemi blockchain nelle pratiche bancarie.

Negli ultimi tempi quindi si guarda alla blockchain con grande interesse estrapolandola dal suo contesto iniziale per utilizzarla negli ambiti più differenti, sostituire un atto notarile o garantire delle votazioni, con l’occhio vigile di tutti dai comuni cittadini fino ai grandi imprenditori.
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