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Draghi, economia solida ma serve forte stimolo monetario

Rischi globali e protezionismo diventati più evidenti

Economia
Draghi, economia solida ma serve forte stimolo monetario
(Teleborsa) - Sulla base dell'analisi economica della BCE, "abbiamo deciso di mantenere i tassi invariati e continueremo ad aspettarci di vedere questi livelli per un periodo prolungato di tempo e ben oltre l'orizzonte. Continueremo con l'attuale ritmo di 30 miliardi di euro di acquisti netti di attività, fino a fine settembre 2018 o oltre se necessario".

Lo ha detto il presidente della BCE, Mario Draghi durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Direttivo, che ha comunicato decisioni di politica monetaria in linea con le attese. I tassi di interesse sono stati confermati a zero e il QE di acquisti di titoli fino a settembre, con la porta aperta a nuove proroghe.

Il numero uno dell'Eurotower, ha spiegato che le ultime informazioni congiunturali "puntano a una certa moderazione, di una espansione che resta solida. La solidità di fondo dell'economia continua a sostenere la nostra fiducia sulla convergenza dell'inflazione" verso i valori obiettivo della stessa BCE.

Complessivamente - ha aggiunto Draghi - un ampio grado di stimoli rimane necessario per assicurare un ritorno sostenuto dell'inflazione "verso livelli vicini al 2%".

Il PIL cresciuto dello 0,7% nel 4° trimestre 2017 dopo una crescita simile nel trimestre precedente. Questo ha portato a una crescita media annuale del 2,4% nel 2017, la più alta dal 2007. Da inizio 2018 c'è una moderazione della crescita legata a un passo indietro dal forte balzo di fine 2017 e da fattori temporanei, ma nel complesso "è attesa solida e ampia". Le nostre misure dovrebbero continuare a tenere sostenuta la domanda, mentre i consumi sono supportati da nuovi posti di lavoro.

I rischi che gravano sull'economia dell'area euro restano "equilibrati" tuttavia "i rischi legati a fattori globali, incluso il protezionismo, sono diventati più evidenti".

Quanto all'inflazione è salita dell'1,3% a marzo 2018 dal +1,1% di febbraio. Ciò è legato ai prezzi del cibo cresciuti, ma tenendo conto della previsione dei prezzi di energia, l'inflazione è vista all'1,5% per il resto dell'anno.
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