(Teleborsa) -
Conte rimette l'incarico per formare il governo, a causa del giudizio negativo del Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella sul nome del possibile ministro dell'Economia
Paolo Savona, notoriamente eurosccettico. E nello stesso tempo, il Capo dello Stato
chiama Carlo Cottarelli, ex commissario della spending review, con trascorsi nel FMI ed in Bankitalia, per affidargli l'incarico di mettere in piedi
un governo "tecnico" del presidente per guidare l'Italia alle prossime elezioni, probabilmente in
autunno.
COTTARELLI RICEVE L'INCARICOLo stesso
Premier incaricato ha detto di essere neutrale sulle elezioni che si terranno dopo l'approvazione della legge di bilancio, se avrà la fiducia delle camere, o dopo l'estate, se la fiducia non ci sarà. "Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni", ha detto all'annuncio della sua nomina, chiarendo che ci sono
"tempi molto stretti" per la presentazione della lista dei ministri.Le forze politiche nel frattempo hanno gridato allo scandalo, non solo il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, che sostenevano Conte, ma anche Fratelli d'Italia ed altre forze politiche, che hanno avanzato addirittura lo
spettro dell'impeachment.
Ed il leader dei pentastellati
Luigi Di Maio ha già chiamato gli italiani in piazza per il 2 giugno prossimo, anniversario della Repubblica.
MERCATI PARALIZZATITutto chiaro. Ma niente va come doveva andare. Ed i
mercati restano in fibrillazione, in primis lo
Spread, che sale a 233 punti, di riflesso alla crescita del rendimento del
BTP decennale al 2,68%. Un andamento che fa pensare al lontano 2011 quando il termometro dello Spread segnalava
l'aumento del "rischio" Paese. Ragione per cui
scende anche Piazza Affari, zavorrata dalle banche, dopo un primo tentativo di rimbalzo.
Parallelamente si indebolisce l'Euro, ai minimi da sei mesi contro il dollaro (1,1613 USD) per effetto del dilagare del clima euroscettico in UE che ha contagiato anche l'Italia.
ECONOMISTI ALLIBITIDall'estero non arrivano certo opinioni lusinghiere sulla
scelta di Mattarella, apparsa forse un po' affrettata ed inappropriata, mentre si discute sull'estensione dei poteri garantiti dall'articolo 92 della Costituzione al capo dello Stato.
Il Premio Nobel per l'Economia Paul Krugman è lapidario: "E'
davvero pessimo: non c'è bisogno di essere populisti per essere inorriditi dal fatto che vengano esclusi dal potere partiti che avevano vinto un chiaro mandato elettorale solo perché volevano un ministro dell'economia euroscettico", afferma il noto economista con un tweet.
"La fiducia nella moneta unica batte la democrazia? Davvero?", domanda Krugman, sottolineando che "le istituzioni europee soffrivano già la
mancanza di legittimazione a causa di carenze democratiche" e "questo non farà che peggiorare le cose".