(Teleborsa) - 75 minuti, interrotto da 60 applausi: tanto è durato il discorso del Premier
Giuseppe Conte presentatosi al
Senato per ottenere la fiducia a neonato Governo.
Una
fiducia che è arrivata con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti. 4 voti in più rispetto ai numeri della maggioranza (167 senatori) che gli consentono di attestarsi su una soglia di "sicurezza" di 10 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta, che a Palazzo Madama è fissata a quota 161. Oggi la parola passa alla Camera: la votazione è in programma alle 17.45.
Salario minimo, ma anche reddito di cittadinanza, reinserimento nel mondo del lavoro per i cittadini che si ritrovano disoccupati, pensioni dignitose, e stop alle pensioni d'oro.
Sono solo alcuni dei punti toccati dal Presidente del Consiglio davanti al Senato. E poi ancora stop business dell'immigrazione, "
cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà", reddito di cittadinanza, daspo per i corrotti e lotta alla mafia. "Fuori la mafia dallo Stato", ha detto
Conte tra
grandi applausi dei senatori della maggioranza.
E poi nessun imbarazzo per il Premier nell'autodefinirsi
"populista e anti-sistema."Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo".
Parlando dell'Europa,
Conte ha dichiarato:"L'Europa è la nostra casa. Quale Paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare un’Europa più forte e anche più equa, nella quale l’Unione economica e monetaria sia orientata a tutelare i bisogni dei cittadini, per bilanciare più efficacemente i principi di responsabilità e di solidarietà". Quanto alla politica estera,"ribadiamo l'Alleanza Atlantica ma saremo fautori di un'apertura alla Russia, ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni".
"Ora siete l'establishment e non faremo sconti. Altro che Terza Repubblica, è la Prima che continua", ha detto
Matteo Renzi passato all'opposizione, e intervenuto in Senato durante il dibattito per la fiducia.