(Teleborsa) -
La macchina cinese stenta a rimettersi in moto a inizio 2019. Il fragile recupero della manifattura non appare certo sufficiente a delineare una ripresa dell'attività, mentre l'accelerazione del settore terziario lascia sperare in un recupero della più grande economia asiatica.
E' quanto emerge dall'ultimo sondaggio condotto da organismi governativi fra i direttori acquisto delle aziende, che rivelano un recupero della fiducia sulla situazione degli affari.
Il
PMI manifatturiero (Purchasing Managers Index) è
risalito a 49,5 punti a gennaio e si confronta con i 49,4 di dicembre, risultando
superiore alle attese del mercato che indicavano l'ennesimo calo a 49,3. C'è da rilevare però che
l'indice resta in zona contrazione (sotto la quota dei 50 punti) per il secondo mese consecutivo, un segnale ancora recessivo per il settore.
Anche il
PMI dei servizi è aumentato a 54,7 punti, segnando un aumento decisamente più significativo rispetto ai 53,8 di dicembre e risultando
al di sopra del consensus (53,9).
"I dati del PMI arrivano sulla scorda del PIL, confermando un profondo rallentamento della Cina alla fine del 2018, che ha sollevato preoccupazioni sulla profondità del suo malessere e alimentato la speculazione di ulteriore aumento delle recenti misure di stimolo varate da Pechino", sottolineano gli economisti di IHS Markit.