(Teleborsa) - "Nonostante l'attuale controversia commerciale con gli Stati Uniti, la Cina non ha mai usato la sua valuta come strumento per aumentare le esportazioni". Ad affermarlo è
il governatore della Banca Popolare Cinese (Pboc) Yi Gang.
Respingendo le
accuse mosse dagli Usa, che hanno incolpato la Cina di aver deliberatamente
svalutato la propria moneta per dare un vantaggio alle sue esportazioni, Yi ha fatto sapere che
la Banca centrale ha "sostanzialmente abbandonato gli interventi quotidiani sui mercati valutari" e l'obiettivo, adesso, è quello di "mantenere lo yuan stabile". Da parte di Pechino, tuttavia, vi è la preoccupazione che lo yuan non scivoli ulteriormente contro il dollaro.
La questione ha fatto parte dei
negoziati in corso tra Washington e Pechino per porre fine alla loro disputa commerciale e oggi Yi ha sottolineato che entrambi i paesi hanno parlato dei loro
obblighi del G20 e hanno accettato di non praticare la svalutazione delle loro monete per cercare di ottenere vantaggi commerciali.
Il Governatore ha, inoltre, posto l'accento sulle conseguenze della
guerra dei dazi intrapresa con gli Usa. Gli
Stati Uniti hanno finora posto le
tariffe su 250 miliardi di dollari di importazioni cinesi, e la
Cina ha reagito con
dazi su 110 miliardi di dollari di merci statunitensi. Una situazione che ha
rallentato l'economia cinese, che l'anno scorso è cresciuta del 6,6 per cento, il tasso più basso degli ultimi tre decenni.