(Teleborsa) - La
prima - con la disfatta epica del
15 gennaio scorso quando
l'accordo sulla
Brexit tra la
Gran Bretagna e l'Europa era stato letteralmente
affossato a
Westminster con ben
432 voti contrari e appena
202 a favore - è stata un
disastro. Per
Theresa May sarà buona la
seconda?
La
svolta, insperata, quando
la Premier britannica
era sempre più
disperata e all'angolo, pericolosamente incastrata nel
"rebus Brexit", potrebbe infatti essere arrivata al
fotofinish, nella tarda notte di ieri e aprire scenari
inaspettati fino a poche ore fa.
BACKSTOP DELLA DISCORDIA - Quella del
divorzio tra Londra e Ue, infatti, è stata e continua ad essere una
trattativa lunga e complessa nella quale non sono mancati
colpi di scena. Ultimo, appunto, quello di ieri quando al termine di un serrato faccia a faccia con i vertici dell'Unione europea a
Strasburgo, la premier britannica ha annunciato che il
Regno Unito ha ottenuto l'inserimento di modifiche
"legalmente vincolanti" sul
backstop, che di fatto rafforzano e migliorano l'accordo di divorzio raggiunto lo scorso novembre novembre,
Potrebbe essere questo l'asso nella manica che libera tutti? "Avere una polizza assicurativa per evitare una frontiera fisica in Irlanda è positivo - ha detto il Primo Ministro -. L'inserimento di modifiche legalmente vincolanti è esattamente ciò che il Parlamento ci aveva chiesto. Il backstop, se mai entrerà in vigore, non può diventare un accordo permanente, è solo temporaneo".
JUNCKER "MINACCIA": "NON CI SARA' TERZA CHANCE" - Intanto, il Presidente della Commissione europea,
Jean-Claude Juncker, fa la voce grossa e nella conferenza che segue l'incontro con la
May fissa con chiarezza i paletti: "Presentiamo assicurazioni giuridicamente vincolanti nell'accordo.
Il backstop - precisa Juncker -
non è una trappola". "Questa - aggiunge - è una
seconda chance. Non ci sarà una terza chance". Tre i documenti su cui è stata raggiunta un'intesa. Uno "strumento condiviso legalmente vincolante", una "dichiarazione congiunta" che si aggiunge alla dichiarazione politica allegata alla Brexit e una "dichiarazione unilaterale" di Londra sul backstop nel caso non fosse raggiunto un accordo sul commercio.
Regno Unito e Unione europea si impegnano affinché il backstop non possa andare oltre il dicembre
2020. In caso contrario un arbitrato indipendente potrà dirimere la questione e, al contempo, promettono di trovare strumenti alternativi perché il regime speciale temporaneo sull'Irlanda del Nord - ha sottolineato la May - non potrà essere replicato.
BUONA LA SECONDA? - Il
giorno del giudizio è arrivato. Parola ancora al
Parlamento, dove nella giornata di oggi, martedì 13 marzo, è previsto un
secondo voto sull'intesa. Qualora fosse ancora una volta
respinto, domani la Camera dei Comuni si esprimerà sull'ipotesi di uscita dall'Unione europea senza un accordo, il temutissimo scenario del
No Deal. Se anche questa opzione fosse scartata, si voterà ancora sulla possibile
estensione dell'articolo 50, che rinvierebbe il divorzio di a
lmeno due mesi.