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Brexit, il Parlamento vota per la terza volta

Nel giorno dell'addio all'UE Theresa May torna in Parlamento per cercare di ottenere il sì dei Comuni al suo accordo

Economia
Brexit, il Parlamento vota per la terza volta
(Teleborsa) - Nel giorno in cui si sarebbe dovuto consumare l'addio all'UE, il Parlamento inglese torna a votare per la terza volta sull'accordo per la Brexit voluto da Theresa May. Lo speaker della Camera dei Comuni John Bercow ha infatti accolto la mozione presentata dal governo perché "sostanzialmente diversa" dalle due precedenti già bocciate dai deputati.

Il voto, previsto a partire dalle 14 circa, ora locale, riguarderà il solo accordo negoziato dalla premier con l'Unione Europea, e non le dichiarazioni politiche sulle relazioni future, come invece era accaduto nelle due votazioni precedenti, quando erano state presentati insieme piano di uscita e dichiarazioni politiche.

La mossa del governo non è piaciuta a molti deputati che l'hanno definita "illegale", ma l'Attorney General Jeoffrey Cox ha confermato che si tratta di una procedura perfettamente legittima.

Per Theresa May si tratta dell'ennesimo banco di prova: la premier dovrà convincere della bontà dell'accordo i membri del suo partito che si sono dimostrati contrari nelle due votazioni precedenti, sperando di avere i voti necessari a superare la contrarietà dei nordirlandesi del DUP e dei labour.

Secondo la BBC, il partito di Jeremy Corbin dovrebbe votare compatto contro la mozione perché l'assenza di dichiarazioni politiche sulle relazioni future non sarebbe altro che una "Brexit alla cieca".

I ministri del governo hanno invece sottolineato più volte che solo il sostegno del Parlamento all'accordo può evitare un'uscita disordinata e caotica ed è l'argomento che la stessa May sta usando per convincere i tories più riottosi.

Se il voto di oggi confermasse la mozione del governo, e quindi venissero accettati i criteri stabiliti dai leader UE per il rinvio della Brexit, tutto sarebbe rimandato al 22 maggio, unica data che May ritiene valida per completare il processo di uscita dall'Europa.

In caso di voto contrario, Londra si troverebbe di fronte due opzioni: un'uscita no deal il 12 aprile o una rinegoziazione con l'UE ben oltre il 22 maggio.
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