(Teleborsa) - La data del 15 giugno si avvicina e a
Ferrovie dello Stato, nel ruolo di capocordata, spetterebbe il compito di presentare l’offerta vincolante per dare vita al nuovo corso di
Alitalia, nel rispetto di una scadenza fissata con buona dose di ottimismo dal Governo su indicazione del Mise,
al timone di un’operazione salvataggio dai contorni tanto chiari quanto complessi.
I conti sono stati fatti da tempo, con
Fs che impegnerebbe a investire il 30% della
Newco Alitalia e Delta Airlines quale partner industriale che coprirebbe il 15% del capitale, quota equivalente a quella del
Ministero dell’Economia da intendersi come frutto della conversione degli interessi sul prestito di
900 milioni concesso dopo il commissariamento della compagnia aerea. Mentre i tre commissari straordinari stendono le previsioni gestionali in relazione al trend attuale,
indicando l’irreversibile erosione della liquidità disponibile, si parla di ulteriore proroga.
Se la scadenza fosse spostata al 30 giugno, starebbe a significare che qualcosa si sta muovendo, evidentemente nella direzione di
Atlantia, unico socio italiano con capitale e caratteristiche di mission tali da garantire obiettivi di investimento e rilancio solidi. Se invece il tempo sarà allungato a metà e luglio, vorrà dire che non sono stati fatti passi in avanti.
Lo stesso titolare del Ministero di Infrastrutture e Trasporti,
Danilo Toninelli, si rimette al
Mise per conoscere il destino di Alitalia. La compagnia sta operando bene: ha riconquistato clientela sulle rotte a lungo raggio, ha ridotto le perdite
ma ha necessità urgente di un piano industriale che consenta di generare profitti.