(Teleborsa) - Hanno ostacolato la vendita in
Italia di un farmaco dal prezzo accessibile,
l'Avastin (Roche), a vantaggio di un
medicamento più costoso, il
Lucentis (Novartis). Una condotta che aveva fatto scattare una
maxi-multa dell'Autorità Antitrust, che aveva sanzionato i due colossi farmaceutici svizzeri
Roche e Novartis con una maxi ammenda da
184 milioni di euro, confermata dalla sesta sezione del Consiglio di Stato che, con una sentenza pubblicata oggi, ha
respinto il ricorso delle due multinazionali. Nella sua sentenza il Consiglio di Stato ha ritenuto che "
le condotte illecite siano riconducibili anche alle società madri dei gruppi Roche e Novartis, oltre che alle loro
filiali italiane".Nel caso in esame, gli elementi di prova raccolti - ha sottolineato il Consiglio di Stato - dimostrano
l'esistenza tra i gruppi Roche e Novartis di plurimi contatti finalizzati ad precisa
strategia anticompetitiva: quella di enfatizzare i rischi derivanti dall'uso intravitreale del
meno costoso Avastin a fronte della
maggior sicurezza di Lucentis, abusando del
contesto regolatorio in cui, mentre Lucentis disponeva di apposita AIC per usi oftalmici, per
Avastin non erano invece mai state richieste registrazioni corrispondenti da parte del suo Marketing Authorisation Holder (MAH).
Roche e Novartis hanno posto in essere un'intesa anticoncorrenziale per favorire artificiosamente la vendita di
Lucentis (Novartis) a danno di
Avastin (Roche), farmaci entrambi efficaci nella cura della maculopatia oculare, ma l'uno (Lucentis) enormemente più costoso del secondo (Avastin), sottolinea l'associazione Altroconsumo in una nota.
Roche e Novartis - spiegano dall'associazione - si sono messe d'accordo per differenziare artificiosamente i due farmaci, principalmente cercando di dimostrare che
Avastin presenta rischi maggiori, contro le evidenze che provengono dall'esperienza clinica e da tutti gli studi indipendenti".
"Ci sono voluti 10 anni e 4 diversi gradi di giudizio - ha dichiarato Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo - ma alla fine l'impegno indefesso che ci ha visto in campo fin da subito a tutela della difesa dei consumatori ha pagato. In questi anni sono stati tanti i tentativi delle due aziende di ribaltare le carte in tavola, con tecnicismi estremi che niente hanno a che vedere con il cuore della vicenda: i pazienti si sono visti
negati l'accesso alla cura di una malattia grave come la maculopatia e il servizio sanitario ci ha rimesso decine di milioni di euro per una scellerata concertazione illecita delle due case farmaceutiche".
LA REPLICA DI ROCHE E NOVARTIS - Da
Roche esprimono, pur pur rispettando la decisione del Consiglio di Stato,
"tutto il proprio disaccordo per le conclusioni a cui sono arrivati i magistrati. La sentenza lascia privi di risposta tutti gli argomenti difensivi sollevati da Roche in questi lunghi anni. Non c'è stata alcuna collusione con Novartis riguardo ai due farmaci. Tutti i contatti tra Roche e Novartis sono stati assolutamente leciti, basati su informazioni veritiere di farmacovigilanza. Roche è un'azienda farmaceutica, opera in un settore altamente normato, ne ha sempre rispettato le regole in totale
integrità e trasparenza e continuerà a farlo. Il suo unico obiettivo è sempre stato quello di garantire la salute e la sicurezza dei pazienti". Arriva anche il commento di
Novartis. L'azienda, è scritto in un comunicato, "prende atto con rammarico della sentenza del Consiglio di Stato che conferma il provvedimento dell’Autorità italiana garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), emesso nel 2014 relativamente a presunte pratiche anticoncorrenziali.
Novartis conferma la correttezza del proprio operato e rimane convinta che l’utilizzo di un farmaco fuori indicazione in presenza di farmaci appropriati costituisca una minaccia per l’esistente sistema legale, medico e regolatorio, istituito per monitorare
l’uso efficace e sicuro dei medicinali nei pazienti".