(Teleborsa) -
L'attività manifatturiera si conferma in contrazione nell'Eurozona, che subisce le ripercussioni della guerra commerciale sull'export e tira il freno a mano.
Il dato finale del
PMI manifatturiero dell'Eurozona indica un
leggero aumento a 46,5 punti per il mese di luglio, che si confronta con una
stima flash di 46,4, ma risulta ancora al di sotto del finale di giugno a 47,6. Il dato, che
sorprende le attese di un livello invariato del PMI, resta ben
al di sotto della zona espansione dai 50 punti in sù.
Nonostante questa piccola revisione al rialzo dell'indice PMI
la produzione ed i nuovi ordini si confermano in forte discesa, con il livello di
ottimismo al livello più basso da dicembre 2012. Si registra anche la maggiore riduzione dei livelli occupazionali
in più di sei anni.
Fra le principali economie dell'Eurozona, il PMI manifatturiero segna un
modesto miglioramento rispetto al preliminare per l'
Italia (a 48,5 da 48,4), la
Spagna (a 48,2 da 47,9) e la
Germania (a 43,2 da 43,1) - in tutti e tre i casi superiore alle attese - mentre si registra un
peggioramento in
Francia (scende a 49,7 da 50), che entra in zona recessione e fa peggio delle previsioni.
"Tutti i PMI dell’eurozona mostrano valori negativi allarmando circa lo stato di salute del settore manifatturiero della regione", conferma il capo economista di Markit
Chris Williamson, aggiungendo che "Le crescenti preoccupazioni di natura geopolitica,
incluse le guerre commerciali e la Brexit, le preoccupazioni circa il rallentamento della crescita economica sia nazionale che estera sono state le ragioni largamente riportate che hanno colpito la domanda e l’ottimismo circa le previsioni future".
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