(Teleborsa) -
E' di nuovo allarme recessione in USA e nel resto del mondo. A testimoniarlo è
l'inversione della curva dei rendimenti dei bond governativi
americani ed inglesi, che sembrano preannunciare tempi duri, anche per la florida economia a stelle e strisce, giunta ormai al 10 anno di espansione. La fine di un ciclo? Una piaga che colpisce tutte le maggiori economie del mondo?
Il segnale che stanno offrendo i mercati è davvero pessimista: per la
prima volta dal 2007 il rendimento dei
Treasury decennali americani è sceso
sotto quello dei T-bond a due anni confermando un totale appiattimento della curva, mentre si è registrata una
inversione anche per la curva dei
rendimenti dei titoli inglesi per la
prima volta dal 2008, anno della grande crisi finanziaria.
Una testimonianza del grande
pessimismo degli investitori, che stanno spingendo al ribasso i rendimenti dei titoli a più lunga scadenza. Ed un segnale che una recessione è in arrivo. Lo testimonia anche la
corsa dell'oro, tipicamente un bene rifugio, che raggiunge i
1.512 dollari l'oncia (+0,7%) dopo aver toccato ieri un picco a 1.535 USD/oncia.
Cosa significa una curva piatta? E' quasi un segnale di arresto cardiaco per i mercati finanziari, che su questa indicazione attendono una
inversione del ciclo economico. L'
economia americana in realtà
cresce ad un ritmo del 2-3%, ma è ormai un decennio che galoppa, vuoi per gli stimoli offerti dalla Fed vuoi per le misure fiscali implementate da Trump. Il
ciclo espansivo potrebbe anche esser giunto al
capolinea. Allargando lo sguardo al resto del mondo, poi, la situazione è ancora più critica: la
Cina
arranca anche per effetto della guerra commerciale, la
Germania è
vicina alla recessione tecnica e l
'Eurozona sente i venti della
crisi che incombe.
Gli operatori attendono così
nuovi stimoli dalle banche centrali, laddove il tracollo del petrolio contribuirà a frenare anche l'inflazione.